Gli abitanti di Porta Pesa stanno in un bel borgo, ma non sono molto fortunati. Per tante ragioni. Come, del resto, i borghi delle altre quattro porte storiche della città colpite da una malattia che sembra incurabile, quella dello spopolamento di residenti e attività commerciali. Però a Porta Pesa sono sfortunati di più perché stanno al centro di un traffico infernale al quale neanche la chiusura del Policlinico ha posto rimedio.

Così, appare davvero meritoria la battaglia che i residenti stanno conducendo per salvaguardare la vivibilità del loro borgo. Corso Bersaglieri sale leggermente verso il toppo di Monteluce seguendo le mura di Sant'Antonio. E' una via stretta e dimessa quasi come un vicolo e anche per questo è uno dei gioielli dove si può leggere sino in fondo l'identità perugina. Ci ricorda, tra l'altro, l'arrivo delle truppe che regalano Perugia al Regno d'Italia nel 1860 e i tanti personaggi che nel secolo scorso lì sono nati. Mario Santucci, il benzinaio che pagò caro il suo antifascismo, Raffaele Rossi, partigiano a vent'anni, Giacomo Santucci, l'insegnante e l'amico straordinario dei bambini.

Porta Pesa non ha neanche una forma compatta e razionale. Dal suo arco si diramano strade e vicoli, un po' ovunque. Forse non è il borgo più bello ma è la sua storia popolare che ne segna l'identità più preziosa. Un piccolo pezzo della città antica che cerca di rinascere.

Ora c'è questa lunga battaglia vinta dopo tanto impegno per liberare il traffico di attraversamento che opprime Porta Pesa. Ci sono automobilisti che per evitare gli ingorghi di via Brunamonti si buttano dentro Corso Bersaglieri, così lontano e inadeguato all'invadenza del traffico, come fosse una specie di scorciatoia per ritrovare più avanti la via Eugubina. Per questa ragione i cittadini e l'associazione locale hanno chiesto di regolamentare il transito secondo le regole della Ztl.

Il Comune ha approvato un'ordinanza che prevede il traffico limitato ai residenti dalle 14 alle 21 nei giorni feriali e tutto il giorno nei giorni festivi. E' un primo passo ma, certo, molto corto perché per Corso Bersaglieri non possono valere tutte le opposizioni risibili che si sollevano per le vie della zone più centrali quando si parla di misure per ridurre il traffico di attraversamento. Negozi quasi zero, nessun obbligo per i non residenti di attraversare questa strada avendo già accanto via Brunamonti, scarsissime possibilità di parcheggio pur non volendo tener conto delle necessità dei residenti.

Dunque, così come via della Viola, anche nel piccolo corso di Porta Pesa si poteva decidere ciò che non si vuol fare altrove. Fermare il traffico.

Detto questo, va aggiunto che a Palazzo dei Priori non prevedono la installazione delle telecamere di sorveglianza. Il controllo spetterà ai vigili la cui operatività su questi aspetti in tutto il centro storico è tristemente nota. Con queste premesse, insomma, la delibera del Comune rischia di diventare un pezzo di carta senza valore. Una banconota falsa.

Eppure non si dovrebbero comprare nemmeno le due telecamere necessarie. Anzi, ne basterebbe solo una, quella che controlla l'entrata. Questo perché la gioiosa macchina da guerra messa in assetto da diversi anni nelle vie del centro è composta da telecamere doppie, quelle che registrano l'entrata e quelle che registrano l'uscita.

Tutto regolare? In apparenza, perché quelle che devono registrare l'uscita dalla zona a traffico limitato secondo gli orari consentiti non sono attive. Queste telecamere non sono state offerte in regalo, le hanno comperate, le hanno installate ormai da anni, ma non le fanno funzionare. Basta l'apparenza. Stanno lì come in campagna gli spaventapasseri. Magari una potrebbe essere utile per Corso Bersaglieri.

La zona a traffico limitato venne introdotta a Perugia nei primi anni novanta dal sindaco Mario Valentini, un sindaco socialista, ma tosto. Solo che i divieti erano affidati a dei cartelli stradali. Comunque non si poteva entrare di mattino e nel tardo pomeriggio. Come inizio non c'è male, solo che i cartelli stanno lì per non essere rispettati. E' così che andò. Entravano tutti e, soprattutto nelle sere d'estate, il centro diventava un inferno.

Per le telecamere si dovette aspettare un bel po' e per avere un regolamento ancor di più. Se si può considerare un regolamento quello che c'è ora, partorito dalla precedente giunta dopo cinque anni di discussioni.

Vedremo come andrà adesso in Corso Bersaglieri. Senza neanche uno spaventapasseri.

Renzo Massarelli

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