La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, approvata dall’ONU il 10 dicembre 1948 compie settant’anni. Il documento rappresenta un riferimento essenziale per l’educazione interculturale: è costituita da un preambolo e da trenta articoli che fissano valori cardine come l’uguaglianza, la libertà e la dignità di tutti gli uomini, il diritto al lavoro, all’istruzione e l’irrilevanza di distinzioni di razza, colore, religione, sesso, lingua e opinione politica.

Oggi questa Dichiarazione ha perso completamente il suo valore.

Viviamo sotto una “dittatura del capitale” dove ogni diritto è subordinato alla legge del profitto. Il lavoro, l’istruzione, la dignità umana sono variabili dipendenti del capitalismo.

Tutta la rete informativa (TV, carta stampata, web), a parte qualche coraggioso tentativo, è impegnata in una massiccia campagna propagandistica tesa a diffondere l’idea che non ci sono più spazi concreti ed efficienti per la partecipazione popolare alla gestione della cosa pubblica; a considerare ogni rivendicazione di diritti anacronistica, velleitaria ed impossibile; illusoria e fallimentare ogni idea sociale alternativa al liberismo.

Questa campagna propagandistica e di massa è entrata profondamente nell’opinione pubblica. La gente spesso rifiuta a priori ogni ragionamento relativo al perché ci troviamo in queste condizioni di precarietà indeterminata, ha voglia di evasione e degenera in una sorta di qualunquismo di massa. È proprio quello che vuole l’élite che governa la globalizzazione.

Si crea un nemico mistificando la realtà, le si attribuiscono le colpe di ogni contraddizione sociale e malessere, si dà origine ad un conflitto orizzontale dove a combattersi sono gli emarginati, i disoccupati, i precari.

Nasce così il sovranismo, l’idea che ogni Stato sovrano debba prioritariamente difendere i propri confini ed i propri interessi e che l’immigrato, il diverso, l’altro in genere, siano un problema non da risolvere, ma da rifiutare all’origine, e da disconoscere. Si rifiutano analisi, si negano e si mistificano le ragioni che creano questo esodo di massa (oltre 258 milioni di profughi sono in movimento nel mondo), attraverso una retorica ed una demagogia che fa tornare in mente drammatici periodi storici contro i quali la dichiarazione dei diritti universali voleva proteggerci.

Il populismo non è che una naturale conseguenza di questa cultura sovranista: il leader forte e carismatico che chiede poteri in nome del popolo, attraverso una propaganda che solo apparentemente si rivolge ad esso. Così diventa buona propaganda qualsiasi situazione che va dall’immigrato che delinque ad un grave fatto che colpisce la sensibilità umana.

Ma non possiamo arrenderci ad una deriva così triste.

Bene, quindi, ha fatto l’Associazione Libera ad indire la manifestazione oggi a Perugia per ricordare che 70 anni non sono passati inutilmente, che se si vuole ricostruire una comunità coesa e tollerante, se si vogliono rivendicare diritti, se si vuol fare delle differenze una ricchezza, se si vogliono portare avanti idee di giustizia ed uguaglianza, da lì dobbiamo ripartire.

Un’altra bussola abbiamo a nostra disposizione: la Costituzione Italiana, che proprio in quei principi posa le sua fondamenta.

Umbrialeft sarà presente oggi pomeriggio a sostegno di quest’alternativa di società con forte convinzione e ringrazia “Libera” per averla indetta.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di queste cose.

Attilio Gambacorta

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