di Giocondo Talamonti*

Un linguaggio volgare, finalizzato a scardinare le istituzioni democratiche?

Come è possibile mandare in onda su radio 24, emittente pubblica, trasmissioni in cui domina, nell’obiettivo di dar forza a quello che si dice, l’uso del linguaggio “da scaricatore di porto”?

Dove è andato a finire il valore dell’educazione dei giovani, sempre inteso nel nostro Paese come una priorità?   Trasmettere i sani principi da instillare nelle giovani menti in formazione è la base fondante dell’educazione. Chi avrebbe mai immaginato che nei travagliati tempi che stiamo vivendo, l’argomento “educazione” si sarebbe trasformato nell’ “allarme educazione “, tanto da diventare uno dei punti più critici da affrontare nell’agenda politica attuale.

I valori della buona educazione, del rispetto reciproco e della proprietà del linguaggio non si possono risolvere con discussioni che urtano la morale pubblica attraverso un linguaggio violento e volgare.

Il problema trova lo sfondo, anche, sui social, dove circolano liberamente insulti di ogni genere a sfondo razziale, sessuale e di ogni genere. Il linguaggio osceno e scurrile viene utilizzato su migliaia di post pubblicati su Facebook. Se fai parte di un gruppo e manifesti la tua contrarietà su un argomento popolare, come l’andamento sportivo della squadra di calcio, se ti va bene, vieni ricoperto di insulti o altrimenti cancellato dal gruppo stesso con la frase “bannato”.

È quanto mai necessario superare l’appiattimento culturale derivante da quei pochi, molto spesso ignoranti, che pretendono di formare opinioni sostenute da un linguaggio che chiamano libero, ma intriso di volgarità.

Una volta ci si preoccupava di semplici battute come ''Francamente, mia cara, me ne infischio'', pronunciata da Clark Gable nei confronti di Rossella O'Hara in Via col vento, che, nel 1939, ha rischiato di costare 5mila dollari di multa ai produttori, o del titolo” Gesù bambino” usato nella canzone di Lucio Dalla, costretto a cambiarlo con “4 marzo 1943”, se voleva cantarla a Sanremo, ma ora si assiste ad un dilagare di frasi e parole sconvenienti in tutti i campi.

È urgente in questo momento intervenire sull’argomento per ristabilire l’educazione mettendo in prima linea la famiglia, la scuola e tutte le agenzie formative e comunicative, baluardi fondamentali per contrastare il fenomeno.

*Presidente dell’Associazione Politico Culturale “Enrico Berlinguer”

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