Ing. Giampaolo Ceci

Stanno passando alcuni concetti che meriterebbero un approfondimento.

Il primo è che bisogna accogliere chi "scappa dalla guerra" e quindi è un "profugo" inteso nella accezione del termine che equivale a "perseguitato" e che quindi non potrebbe tornare in patria e soggiornarvi indenne senza correre rischi.

Il secondo è che i "profughi" hanno diritto di asilo mentre gli emigranti per necessità non lo hanno e devono essere rimpatriati a forza.

Il terzo è che bisogna salvare in mare entrambi, salvo poi riportare in patria chi profugo non é.

Per primo dobbiamo ricordare una cosa scontata, sebbene, evidentemente non per tutti: ogni problema si cura eliminando le cause non gli effetti.

Le cause sono le guerre e la povertà che accomuna il desiderio di fuggire dei profughi e degli "altri".

L'ONU in questo sta mostrando tutto il peso sconcertante della sua pochezza politica e organizzativa come se il problema delle migrazioni non fosse un importante problema mondiale da risolvere in quella sede. L'Europa dell'euro però non gli é da meno!

Ma se eliminare le cause della povertà che attanaglia tre quarti del pianeta è un problema che richiederebbe ben altri approfondimenti, quello di eliminare le guerre, almeno quelle  marginali che sono in atto in Africa, richiederebbe solo la volontà politica di farlo, tale è il divario tra la forza esprimibile dalle nazioni "evolute" e le realtà locali (la Libia è sta distrutta in due settimane!)

Evidentemente é la volontà politica delle grandi potenze che manca, perché evidentemente anche le piccole guerra nascondono grandi interessi.

Un fatto è certo, quasi ovvio, ma nessuno ci si sofferma sopra: se ora è possibile accogliere un certo numeri di disperati non lo sarà per tutti nè per sempre!!!

Ad un certo punto si DOVRA' necessariamente dire basta, creando una evidente disparità di trattamento tra chi è arrivato prima e chi si è mosso poi.

Non mi pare vi siano politi tanto lungimiranti da valutare cosa avverrà allora.

Una cosa non sono mai riuscito a capire. Se c'è la volontà di accogliere i profughi, perché si lasciano partire con mezzi di fortuna per poi andare a salvarli in mare ? non sarebbe più semplice andarli a prendere con un traghetto? oltre che più sicuro e certamente  costerebbe anche meno!

Un'altra valutazione sul concetto di profugo che "scappa" della guerra.

Vi sono 4 casi diversi per scappare dalla guerra.

Il cittadino straniero che si trova nel bel mezzo di un conflitto tra due stati o gruppi in guerra.

In questo caso è sacrosanto scappare da un conflitto che non ti appartiene.

C'è poi il caso che si scappa dalla guerra che una potenza straniera ha attivato contro la sua nazione.

In questo caso l'aggredito che scappa dalla guerra non compie un atto lodevole, infatti chi scappa, se é un militare si chiama "disertore", se un civile, invece si chiama "vigliacco".

Se invece si scappa da una guerra fratricida la questione non ha minori scusanti perché chi non prendere una posizione quando c'é di mezzo l'avvenire della propria nazione e se ne scappa lasciando gli altri a cavarsela da soli non mi pare atto eroico che meriti l'accoglimento a braccia aperte ameno che la parte soccombente che scappa sia quella che ha i nostri stessi valori etici.

Cosa diversa per donne e bambini che invece vanno sempre aiutati perché loro, con la follia della guerra, non c'entrano mai nulla. Resta il problema di intervenire sui "combattenti" perché la guerra non divenga barbarie ( l'ONU dovrebbe svolgere la sua funzione ora latente) ma non si manifesta mai il problema di trasferire la popolazione civile della parte perdente in altre nazioni ...e per sempre.

Unica scusante alla fuga che a mio avviso merita l'asilo politico da grandi masse di persone in altre nazioni è quella in cui non c'è una guerra ma c'è solo una rivalsa del vincitore sul popolo dei vinti che mette in pericolo la loro vita. Anche in questo caso bisogna essere cauti e agire sulle cause. Non basta vantare automaticamente il diritto di asilo in quanto sconfitti che temono ritorsioni, altrimenti tale diritto sarebbe stato lecito anche agli ex nazisti che fuggivano dalla Germania distrutta.

Paradossalmente quindi sono proprio gli emigranti per fame, che meriterebbero l'asilo più degli altri perché sono spinti dalla disperazione e dalla assoluta indigenza. ma l'aiuto agli indigenti stranieri come si concilia con la assistenza ai nostri indigenti e con il bisogno di manodopera che pure è un problema reale per coprire posizioni lavorative che non si riescono a coprire coi nostri concittadini perché ritenute troppo disagiate?

Ne deriva che solo sui disperati, che sono confacenti alle esigenze del nostro sviluppo, si dovrebbe concentrare il nostro aiuto razionale.

Sarebbe una posizione egoistica? Ebbene si, ma una posizione coerente con quella di ogni altra nazione sul pianeta motivata dal fatto che non è possibile accogliere tutti indiscriminatamente e per sempre.

Gli altri vanno aiutati tramite l'ONU, affinché  non vi siano più "Profughi" e si creino le condizioni per ché si sviluppi il benessere nel loro paese di origine di cui tutti possano goderne eliminando la necessità di cercare fortuna in contesti sradicati dalla propria terra e tradizioni culturali.

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