Ing. Giampaolo Ceci

Le motivazioni dei recenti attentati di Parigi andrebbero analizzate tenendo conto del contesto internazionale perché i contorni che le hanno determinate  sfuggono agli uomini "normali" che non possiedono le competenze e le informazioni per capire entro quali strategie si collochino.

Non é cosa nuova.

Qualunque siano le vere ragioni possiamo comunque ricondurle a qualche significativo INTERESSE ECONOMICO.

Far credere che il vero motivo delle azioni terroristiche siano riconducibili a mere motivazioni ideologiche o peggio ad uno scontro di religione é troppo banale e irrealistico per chi ha capacità cognitive.

La matrice ideologica religiosa trova ragione d'essere dal solo fatto che gli attori principali di queste mostruosità vanno motivati perché le compiano, senza accorgersi di perseguire interessi che spesso sono lontanissimi da ciò che loro credono.

Dio lo vuole, dicevano i crociati per motivare gli sprovveduti ideologizzati che partecipavano alle crociate. Nessuno diceva loro (anche perché non avrebbero potuto capire) che le vere ragioni del conflitto erano invece quelle di costruire le basi logistiche per le navi dei mercanti che promuovevano i commerci col Medio Oriente.

Unire l'Italia era la "scusa ideologica" inventata da Cavour per riuscire a incamerare le ingenti riserve auree dello stato delle due Sicilie e.... potrei continuare.

La manipolazione e la menzogna sono una caratteristica insita nella natura umana. Ogni conflitto si muove su due fronti: quello vero e quello depistante per motivare e convincere gli attori che poi devono attuarlo.

Ma non vorrei entrare in un campo difficile da affrontare, spiegare e capire, mi vorrei soffermare invece su un aspetto ovvio, che alla luce degli attentati di Parigi balza agli occhi con un'evidenza sconcertante perché testimonia il grado preoccupante della nostra infinita capacità di essere manipolati.

Se chiedessimo a un italiano medio: "Qual è la differenza tra "islamico" "e musulmano"?", probabilmente registreremmo un rilevante numero di risposte errate o di non so. Ma probabilmente neppure un combattente dell'ISIS saprebbe rispondere alla domanda: quali sono i valori fondanti della religione cristiana che combatti, confondendoli con la cultura occidentale.

Ciò che  non ha scusanti é il fatto che noi europei non conosciamo i principi "cristiani" che ci vengono attribuiti.

Se le comunità cristiane si caratterizzano per l'amore verso il prossimo e il perdono delle offese ricevute, allora come può chiamarsi "cristiano" chi sta studiando come fare per restituire con gli interessi e le offese ricevute?

Un cristiano "vero" cercherebbe il dialogo e il perdono non la vendetta se non vuole rinnegare i principi in cui crede. La violenza chiama violenza.

Bisogna prendere atto che non é il "cristianesimo" la religione maggioritaria in Europa nonostante il numero di chi afferma di professarla.

Il cristianesimo è una religione difficile da professare perché molto distante dall'istinto umano che ha insito in se quello della violenza e della vendetta.

Il cristianesimo è una religione che professa invece un concetto che reprime un istinto naturale per dare spazio al ragionamento e alla logica che dovrebbe guidare ogni essere umano culturalmente evoluto.

Per professare compiutamente i principi cristiani bisogna quindi possedere una capacità di autocontrollo che superi l'istinto. Essere veramente "cristiani" non è per niente facile, soprattutto con i prepotenti.

Insomma ho l'impressione che si facciano attentati e si combatta una guerra non dichiarata tra ignoranti a tutto vantaggio di chi invece sa bene quali siano i veri interessi in gioco e ci manipola sapientemente.

Pazienza, non resta che sentire il telegiornale e immergersi in una realtà artefatta, con la speranza che i giornalisti non siano complici.

 

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