Di Giampaolo Ceci

Immaginiamo che le attuali regole sul lavoro vigenti in Italia siano applicate ad una squadra di calcio.

Il presidente vuole vincere il campionato .

Per avere più pubblico e più notorietà bisogna rafforzare la squadra.

Il portiere é "scarso". Il presidente ne ha già individuato uno giovane, che promette bene e gioca in una avversaria diretta per lo scudetto. Se il suo intuito non sbaglia otterrà tre vantaggi . Rafforzerà la difesa, indebolirà gli avversari e, se il giovane portiere confermerà il suo potenziale, aumenterà anche il patrimonio della società.

Il centravanti è un po' vecchiotto, non è motivato e non ha più lo scatto di una volta.

La panchina poi... un disastro. Ci sono 5 giocatori perennemente infortunati e un giovane a cui piace più il night che il calcio.

Una rosa di 32 giocatori é eccesiva e costa troppo. Le banche poi non anticipano più una lira e le sue fideiussioni personali non coprono più i prestiti.

La squadra deve essere rafforzata se si vuole vincere. Bisogna urgentemente , fare cassa per recuperare le perdite pregresse e  portare più persone allo stadio aumentando gradualmente il prezzo del biglietto.

Come fare? La prima cosa è alleggerire la rosa. Una decina di giocatori potrebbero tranquillamente essere ceduti ad altre squadre, magari di serie minore.  Coi proventi si può compre un solo giocatore bravo che sostituisce il vecchio centravanti.

Il terzo portiere passa a riserva, il primo portiere si vende per "comprare"  la giovane promessa dalla squadra concorrente. Le uscite calano perché la rosa é minore, la squadra si rafforza e si ringiovanisce si indebolisce l'avversario togliendogli una pedina importante per il suo gioco.

Sembra una strategia buona, anche l'allenatore é d'accordo. I giocatori che restano sono più motivati perché sanno che se perdono saranno loro i prossimi a lasciare la squadra.

Ora pensiamo di applicare alla squadra le regole del lavoro vigenti in una azienda di medie dimensioni italiana.

Licenziare i giocatori sempre in infermeria? Non se ne parla nemmeno! mica si può licenziare se uno si infortuna sul lavoro. Non é giusto, non é etico. Il giudice farebbe bene a reintegrarlo.

Il centravanti è vecchio e non ha più lo scatto necessario? mica si può licenziare uno perché è invecchiato e non risponde più alle esigenze della azienda! non é giusto, non é etico, dopo averlo sfruttato per anni.

Allora? bisognerebbe fare nuovi acquisti senza "licenziare" i vecchi egli infortunati,  ma con quali soldi?

Visto l'andazzo i migliori giocatori si dimettono per andare in squadre più sicure. Non resta che rassegnarsi, e sperare che i peggiori giocatori si licenzino da soli. Con queste regole "etiche" la squadra non può vincere in campionato, anzi.....

Oggi il mondo del lavoro in Italia é in una situazione simile. Chi vuole rafforzare le competenze della propria azienda non può farlo. Licenziare un vecchio ingegnere obsoleto per sostituirlo con uno giovane che sa di computer, non é consentito, bisogna tenerli entrambi. Il lavoro non è più una libera contrattazione (seppure regolata dallo stato per contenere il potere contrattuale del più forte) ma ha assunto una connotazione etica e di salvaguardia sociale che é sacrosanta in uno stato moderno, ma che deve essere svolta da strutture pubbliche e non dalle imprese che invece hanno il dovere di competere dotandosi delle forze più adatte alla competizione.

Oggi la tutela del singolo lavoratore viene prima di quello della azienda,  ma così facendo, per salvare pochi, si mette a rischio il lavoro di tutti gli altri, se non addirittura il benessere della intera nazione.

Si badi bene, non chiedo libertà di licenziare, ma mi limito a fare notare che le regole della impresa sono diverse da quelle della tutela sociale. Chi perde o cerca un posto di lavoro va aiutato, ma lo stato non deve fare confusione scaricando sulle imprese la tutela sociale e la garanzia del  posto di lavoro che non può garantire. Lo Stato a mio parere dovrebbe invece farsene carico con un sistema organizzato modernamente che aiuti chi perde il lavoro a trovarne subito un'altro e sostenere il "lavoratore" nel periodo in cui è privo di reddito.

Eppure una soluzione ci sarebbe per garantire ai lavoratori la certezza della continuità del posto di lavoro.

Basterebbe condizionare la facoltà di licenziamento al fatto che il Datore di lavoro debba attivarsi per trovare al lavoratore (pubblico o privato che sia) un altro lavoro simile. Dopo il terzo rifiuto si può licenziarlo comunque! Non un contributo al lavoratore perché accetti il licenziamento, ma casomai un incentivo ad un altro imprenditore perché assuma proprio il lavoratore che sta per perdere il suo posto di lavoro!

Troppo duro? troppo innovativo? qualcuno ha un'altra ricetta per "garantire" la continuità lavorativa del lavoratore e fare vincere la squadra? la esponga per cortesia perché altrimenti con queste regole non mi pare probabile che potremmo mai vincere alcuno scudetto.

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