Di Giampaolo Ceci

Immaginate per un momento di essere amico di chi governa la nazione e diciate al suo massimo rappresentante: "Senti Preside', me lo faresti un piacerino? Mi serve un po' di carta, sai quella che si usa per stampare le banconote, ma non molta... diciamo una ventina di miliardi di euro. Bello e papà, me lo puoi fare questo piacerino? "

"E vabbè Totò, ma poi basta eh, che di 'sti "piacerini" te ne ho fatti anche troppi!"

Totò, prende i fogli di carta e fa stampare da una tipografia di sua fiducia due miliardi tondi tondi di euro "falsi", che però in realtà sono veri, perché la carta è la stessa e la tipografia è davvero brava, anche se sempre di fogli di carta stampata si tratta.

Ecco che da semplici fogli di carta, al solo costi tipografico e di un po' di mano d'opera e inchiostro, Totò si trova in mano fogli di carta con la stampa di banconote per un corrispondente valore nominale di due miliardi di euro.

Ora quei pezzi di carta sono divenuti "banconote" e nonostante gli siano costati solo qualche centesimo per pagare la tipografia ora li può scambiare con beni reali, e fare suoi terreni, case, fabbriche, auto, ecc. Neppure re Mida riusciva a tanto, con così poco.

Questo é in estrema sintesi quello che avviene nel nostro sistema finanziario.

Non c'é Totò, ma un pool di società in grande maggioranza PRIVATE, riunite in una Società di capitali che si chiama Banca d'Italia SPA.

Ma, come si fa ad avere il privilegio di essere autorizzati dal poter politico a fare tutto ciò?

Nulla. A condizione di avere "amici" che approvino una legge che lo renda legale e quindi non perseguibile come si farebbe per un comune falsario che si azzardasse a stampare i soldi DELLO STATO senza la sua autorizzazione.

Anzi per evitare ogni concorrenza, sarà proprio lo Stato che perseguirà i "falsari" che osino tentare di copiare il metodo per trasformare carta in oro e danneggiare gli "amici"!

Ma non basta. Qui da noi, dopo che la Banca d'Italia SPA ha stampato fogli di carta facendoli diventare banconote e quindi beni reali, lì "presta" allo Stato,...... con gli interessi! E per essere sicuri pretende a garanzia dei titoli GARANTITI dallo Stato (da noi tutti) a mo' di cambiali.

Da quest'aberrazione nasce TUTTO il debito pubblico che dovremmo restituire e ci sta impoverendo!

Dobbiamo pagare alle banche un interesse su ciò che lo Stato (= noi stessi) li abbiamo autorizzati a stampare! Tanto vale stamparceli da soli! Come fanno il Giappone e gli Stati Uniti e Gran Bretagna e molti altri Stati a sovranità monetaria. Perché noi no? Ecco a chi appartiene il 66% del capitale della Banca d'Italia Spa: Gruppo Intesa (27,2%), Gruppo San Paolo (17,23%), Gruppo Capitalia (11,15%), Gruppo Unicredito (10,97%).

Un'assurdità se pensiamo che già questi signori hanno già avuto il privilegio di trasformare miracolosamente fogli di carta in beni reali.

Perché quindi pagare un Interesse a dei privati che hanno svolto il lavoro di tipografi? in effetti, nessuno ci ha prestato del denaro "suo", ma caso mai ci sono stati prestati dei fogli di carta stampata con l'effige di una banconota, che tra l'altro vengono pure pagati a parte con denaro "nostro".

Non di un prestito si tratta, ma della semplice consegna dei pacchi di cartamoneta che lo Stato ha ordinato loro di stampare (pagandoli).

Carta, non denaro! e allora? perché, addirittura, non chiedere a questi privati un corrispettivo per il favore che lo Stato fa loro consentendo di appropriarsi di cartamoneta proveniente dal nulla e di farne, a loro piacimento, l'uso che vogliono senza alcun vincolo o controllo sociale?

Non so. Forse bisognerebbe chiedere a Renzi perché, sulla base delle considerazioni fatte, non contesta o almeno ricontratta il debito pubblico verso i suoi tipografi perché non hanno certo agito in veste di "banca" che nel nostro sistema è autorizzata a pretendere un interesse QUANDO NON SI TRATTA DI PRIMA EMISSIONE, ma si presta denaro che misura un corrispettivo in beni o lavoro svolto che esiste e non quello "nuovo" che ancora non ha la corrispondente cartamoneta per misurarlo!

Il prof Auriti l'ha definita la "grande truffa".

Come per ogni truffa tutto va bene, ma.... fintanto che il truffato non se ne accorge.

Per chi volesse approfondire una interessante lezione del prof Auriti registrata nel 2001  https://www.youtube.com/watch?v=ZTEPCo6TOic

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