Nell’anno 1889 a Parigi, nel corso dell’adunanza della Seconda Internazionale, ebbe luogo una manifestazione in cui si rivendicava il diritto alla riduzione della giornata lavorativa a otto ore. Si propose l’istituzione della giornata del 1° maggio in quanto pochi  anni prima, nel 1886 e in quel giorno, un'analoga manifestazione operaia, a Chicago, aveva avuto un epilogo tragico con la morte di alcuni lavoratori e noto come il massacro di Haymarket. Da allora in molti Stati il primo maggio venne riconosciuto giorno festivo.

Nel 1890 in Italia il governo di Crispi, in attuazione delle misure di prevenzione, vietò qualsiasi manifestazione pubblica per la giornata del 1° maggio. Nonostante il divieto alcune manifestazioni di lavoratori si svolsero ugualmente. A Voghera gli operai si recarono al lavoro vestiti con abiti “da festa”. Negli anni successivi e per tutto il periodo di fine Ottocento la tradizione del 1° maggio, iniziata per il riconoscimento del limite legale delle otto ore, andò consolidandosi e registrò anche ulteriori rivendicazioni politiche e sociali. Nel 1923, in pieno regime fascista, la festività venne soppressa e la ricorrenza in onore dei lavoratori venne sostituita col Natale di Roma, ovvero il 21 aprile, che coincideva con la data di fondazione della Capitale, nel 753 a. C. .

Dopo la seconda guerra mondiale, il 1° maggio 1945, partigiani e lavoratori si ritrovarono insieme nelle piazze d’Italia ma, nel 1947, il 1° maggio venne segnato dalla strage di Portella della Ginestra in provincia di Palermo, dove gli uomini del bandito Giuliano spiegarono le armi contro i lavoratori che assistevano ad un comizio. La festa del lavoro venne infine ripristinata come ricorrenza festiva con la legge n. 260 del maggio 1949.

Dal 1970, inoltre, i lavoratori italiani, superando le divergenze politiche, celebrano uniti la loro festa. Il risultato di tanti anni di lotta per il miglioramento delle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici trova infatti il culmine in quell’anno con l'approvazione della legge 20 maggio 1970, n. 300, denominata“Lo statuto dei diritti dei lavoratori” che rappresenta la disciplina di maggior rilievo della Repubblica Italiana in tema di diritto del lavoro.

Dott. Alfonso Gentili- ex Segretario generale della Provincia di Perugia

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