CITTA' DI CASTELLO - Ci giungono da più parti segnalazioni di una situazione che continua a mettere a rischio l’incolumità e la stessa vita dei lavoratori, senza che nessuno intervenga. Ci riferiamo ai lavori presenti nel cantiere della ex Fat, per la realizzazione e finitura dello stabile residenziale e della pubblica piazza. Fin da quando sono iniziati i lavori, i residenti si sono trovati di fronte scene di grave mancanza delle più elementari norme di sicurezza, con operai sui ponteggi senza aggancio o addirittura sopra i tetti senza alcun tipo di precauzione: né casco, né imbracatura  e aggancio…e se l’imbracatura a volte compare, di fatto non è ancorata e quindi inutile. A fronte dei tanti rilievi dei cittadini, con telefonate alla polizia municipale in particolare o con varie segnalazioni corredate da foto (che anche attualmente girano nei social), nulla pare cambiato: si persevera con comportamenti oltre ogni limite di sicurezza. Non possiamo che unirci a quanti stanno denunciando la situazione, che è emblematica di tante altre che quotidianamente avvengono, e richiamare con maggiore forza le associazioni di categoria e gli enti preposti ai controlli, come INAIL e ASL; ma non possiamo neppure tacere come la cosa sia tanto più grave se si presenta all’interno di una commessa mista che vede un appalto pubblico e privato, che utilizza fondi pubblici europei; non possiamo tacere il fatto che molto spesso l’ operaio finale non è che l’ultimo anello di una catena che a monte ha fatto i suoi profitti migliori e che scarica di subappalto in subappalto i costi della sicurezza su chi ha margini così risicati che, dovendo tagliare, taglia sui costi di tutela, e quindi sulla propria incolumità. E’ tutto un sistema che andrebbe rivisto, a partire dai bandi, specie quelli pubblici, che dovrebbero contenere voci specifiche dai costi insopprimibili per la sicurezza dei lavoratori, con l’obbligo di controllo della stazione appaltante fino a compimento dell’opera. In realtà invece, si lascia che tutto avvenga, in un rimpallo di doveri e responsabilità, finchè non ci scappa il morto. Perché prima o poi purtroppo avviene: undici sono stati i “morti sul lavoro” in Umbria nel 2017 e oltre 7600 gli infortuni tra gli addetti in “industria e servizi” e 927 nel settore agricolo. Addirittura il dato nazionale (fonte INAIL) complessivo nel 2017 riguardante gli infortuni sul lavoro nei tre settori riporta una cifra superiore a quelli del 2015 (641.084 a fronte di 637.231). Frutto evidentemente di un progressivo calo di attenzione e di una mancanza di tutela e controllo: i governi di questi ultimi anni non hanno fatto molto, anzi, pare abbiano progressivamente diminuito l’attenzione e, di fatto, permesso un generale abbassamento delle tutele, anche quelle sulla vita. Per quanto il dato umbro sia in controtendenza e mostri fortunatamente un leggero calo annuale, questo non deve farci assolutamente abbassare la guardia perché sono cifre ancora elevatissime e preoccupanti.  

Arcaleni Emanuela -  Bucci Vincenzo

Gruppo Consiliare Castello Cambia

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