di Guido Liguori.

1. Il NO vince nei quartieri borghesi. Le periferie, se vanno a votare, esprimono il loro odio per i politici, che evidentemente per loro sono "tutti signori". E ladri. Idee sbagliate, ma è un senso comune che viene da lontano. E i rischi per la democrazia o non sono capiti, o non interessano a questo che dovrebbe essere il "popolo".
2. Il Pd regge,anche se le Marche ci parlano di come profondamente sia cambiata la nostra società. Il Pd resiste da solo alle destre in tre regioni molto importanti, sia pure con una classe politica ora destrorsa, ora similpopulista, spesso con idee prese di peso dal pensiero liberista e conservatore. E tuttavia chi non vuole Salvini e Meloni si rifugia in quel partito, almeno nel voto. La polarizzazione elettorale si dimostra nel nostri tempo una legge di lunga durata.
3. Salvini non vince e dovrà seriamente guardarsi dagli amici più che dagli avversari. La notte dei lunghi coltelli potrebbe essere vicina. Ma ciò che Salvini rappresenta resta nella società italiana.
4. Meloni esce meglio di tutti dalle urne. La ducia de' noartri rischia di essere solo qualche centimetro al di sotto della Le Pen. Dicono che sia una brava politica. Stupida non è, ma è segno dei tempi che una come lei riesca a imporsi nel panorama nazionale. Non fa paura solo perché ricorda i Cesaroni. Da notare comunque che chi ha puntato su un partito non liquido, vicino alle forme del 900, viene premiato. Non è la forma-partito a impedire il successo.
5. I 5 stelle sono sul viale del tramonto. Per loro non vedo vie d'uscita. Temo però che gran parte dei loro voti finisca a destra. Dove poi in parte già sono, ma in parte no. Come drenare la prevedibile slavina?
6. Conte regna e governa. Almeno ci sarà un altro presidente della Repubblica migliore della classe politica e del paese su cui dovrà vigilare.
7. La sinistra oggi non esiste. Deve ripensarsi in modo radicale. Non continuare a ripetere i soliti comportamenti di sempre, i soliti discorsi e i soliti slogan, parole di cui la maggior parte della gente nemmeno sa il significato. Non continuare a spaccare il capello in quattro. Non continuare a essere settario e autoreferenziale. L'unità da tanti auspicata è... auspicabile, ma di per sé non garantisce nulla non illudiamoci. Bisogna saper ricominciare davvero dal basso, dalle periferie, dai lavoratori, dai disoccupati. Dalla lotta alle ingiustizie più diffuse. Da consulte popolari, abbozzi di contropotere tutti da inventare.
8. Se si ha un minimo di capitale elettorale, occorre investirlo in uno schieramento che ha qualche possibilità di vincere, e di fermare le destre. Mi pesa dirlo, non è facile, sarà foriero di contraddizioni e mal di di pancia, ma è l'unica cosa da fare per avere un po' di credibilità. La tattica è una dimensione da recuperare.
9. Il linguaggio è importante e le parole che non vengono capite almeno dal 50% della popolazione vanno evitate. Il politichese, il gergo della militante e del militante (o dirigente) di sinistra, va preso, incartato e buttato nel cassonetto più vicino.
10.L'appello alla Resistenza e alla Costituzione non basta. Perché le parole si consumano e i risparmi sono erosi dalla crisi.

Amen.
 

Condividi