PERUGIA - Tanta grinta fuori e dentro il campo, Ferdinando Vitofrancesco, giocatore duttilissimo, scuola Milan, con un passato che parla chiaro. Primavera rossonera, poi tanta gavetta tra serie C e cadetteria dove ha collezionato più di 100 gettoni. Mediano, terzino, esterno alto, difensore centrale, non fa differenza perché il ragazzo foggiano ha sempre dato il massimo ogni volta che è stato chiamato in causa e la sua esperienza è più volte stata messa a servizio della squadra.

Vitofrancesco analizza le due settimane che portano alla gara di Salerno, vero crocevia della stagione biancorossa: “La settimana di pausa non ci voleva, anche se abbiam pensato sempre alla prossima gara".

Il riisultato col Villabiagio è perchè venivamo da una settimana di allenamento in cui abbiam provato cose nuove”. Nuovi schemi e un nuovo modulo, perché il tecnico Camplone non vuol lasciare niente al caso e ha provato ancora una variante, ma il centrocampista pugliese ammette: “ Il 3-4-3 è difficile, ancora non ci troviamo, alcuni giocatori si trovano in difficoltà in ruoli nuovi, serve molta duttilità”. L’obiettivo è ad un passo, e Vitofrancesco lo sa: “Siamo carichi, non dobbiamo sbagliare, se vinciamo a Salerno siamo ad un passo, è questa la gara decisiva. La Salernitana ha giocatori di qualità, è una bella squadra che può mettere in difficoltà e l’ambiente è il 12esimo uomo in campo, ma noi non possiamo fallire”.

Per il mediano del grifo sarà una corsa a due tra Perugia e Frosinone: “Per il Lecce è difficile, ma nel calcio mai dire mai, io metto in preventivo che vinca. Non mi aspettavo un finale cosi, credevo che a questo punto qualche squadra fosse a 5-6 punti di vantaggio, ma molte hanno deluso, penso al Benevento su tutte”.

Vitofrancesco ha ricoperto ogni ruolo pur di giocare, ma ora non pensa più a se stesso, ma al raggiungimento dell’obiettivo comune: “Giocherei anche in porta, magari facessi un gol importante, sarebbe bello, ma ora non importa chi gioca, chi va in campo deve dare il massimo, io ho finito molte gare senza voce dalla panchina”.

Federico Ricci 

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