PERUGIA - “Apprendiamo con indignazione della decisione del tribunale di Torino che ha assolto un uomo violento perché gli episodi di violenza erano ‘sporadici' e quindi non configurabili come maltrattamenti. In altre parole, secondo il tribunale di Torino, picchiare la moglie di tanto in tanto (8 referti del pronto soccorso in 10 anni) non è reato. Come donne della Cgil di Perugia evidenziamo la gravità di questa decisione e ribadiamo la necessità di affrontare compiutamente il tema della violenza contro le donne”. Ad affermarlo in una nota è Vanda Scarpelli per il dipartimento Politiche di Genere della Cgil di Perugia. 

“La violenza sulle donne resta nel nostro territorio un fenomeno assolutamente allarmante, come testimonia il dato sulle denunce che risulta in proporzione alle donne residenti tra i più alti d'Italia - aggiunge Scarpelli - per questo nel corso del 2017 abbiamo messo in atto come organizzazione sindacale e insieme ad associazioni e istituzioni, azioni per costruire percorsi culturali, perché è dalla cultura, soprattutto delle nuove generazioni, che è necessario partire se si vuole incidere su questo fenomeno. Ricordiamo da ultimo l'installazione di panchine rosse in alcune città della provincia di Perugia, quali simboli contro la violenza sulle donne e il femminicidio. Chiediamo ora però che quelle azioni simboliche si traducano in fatti concreti e che le istituzioni ed in particolare i Comuni, a partire dal Comune di Perugia, non si ricordino della violenza contro le donne solo il 25 novembre.

"Chiediamo infine alla Regione dell'Umbria di stabilizzare le risorse per i centri antiviolenza, ancora oggi sottoposte a troppe variabili, e specifiche azioni per il rilancio di politiche occupazionali rivolte alle donne e dei servizi sociali e sanitari sottoposti a troppi tagli - conclude Scarpelli - Vigileremo affinché gli annunci diventino azioni concrete”.  

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