DI CHRISTIAN CINTI

 

PERUGIA - Il "maestro" Vinti appoggia la penna sul pentagramma e prova a scrivere lo spartito che dovrebbe suonare la sinistra umbra. Facendolo, se possibile, all'unisono. Quando invece oggi ci si ostina a cantare un «ritornello che è sempre lo stesso: bisogna essere uniti. Ma è una grande bugia».

Assessore regionale alla Casa, una vita passata ai vertici di Rifondazione, oggi Stefano Vinti parla a Rc, Sel, Pdci, l'Altra Europa con Tsipras, Sinistra per Terni e Sinistra per Perugia. Lo fa lanciando critiche («anche feroci, perché i nostri dirigenti predicano bene, ma razzolano malissimo») e proposte. Lo fa, soprattutto, in un momento «in cui c'è tanto bisogno di sinistra, dentro una acuta fase di aggravamento delle condizioni sociali, economiche e di crisi produttiva. Bene, in questo momento qual è la nostra risposta? Manca un'azione nel campo della sinistra. Lo sa cosa mi dicono le persone che incontro per strada? Se ancora esistiamo e, in seconda battuta, cosa aspettiamo a metterci insieme».

Allora, perché questa unità non c'è?

«La sinistra è frantumata in piccole aggregazioni e i gruppi dirigenti sono impegnati a salvaguardare dei propri piccoli campi d'azione. Non possiamo continuare ad ignorare il grande disastro delle Amministrative (di Perugia, ndr), ma dobbiamo invece ritrovare una unità d'azione su alcune grandi questioni. E superare la contraddizione per la quale all'apparenza sembriamo tutti d'accordo, anche se poi ognuno suona la sua trombettina. Non dico di mettere in piedi un'orchestra, ma almeno una banda di paese».

C'è un'agenda attorno alla quale cominciare ad accordarsi?

«Io vedo almeno quattro grandi questioni che possono diventare temi unitari per i quali elaborare proposte. Prendiamo ad esempio la vertenza Ast. Si è detto molto, ma ognuno a modo suo. Occorre invece adesso produrre una proposta unitaria della sinistra, che venga elaborata con la interlocuzione dei lavoratori. L'acciaio è una risorsa fondamentale per Terni, per l'Umbria e per l'Italia. Per un Paese che voglia dirsi industrializzato e non immaginarsi soltanto come un grande agriturismo. E allora, su cosa possiamo costruire il piano della sinistra? Ragionando sulla possibilità di un intervento pubblico attraverso l'utilizzo del Fondo strategico italiano (come proposto anche in una mozione presentata da 30 senatori del Pd) e lavorando per l'istituzione dell'area di crisi ternana. Proposte che io avevo comunque avanzato già nel 2004. Seconda questione: il consiglio regionale sarà chiamato a decidere la nuova legge elettorale. Bene, la battaglia unitaria non può prescindere dalla difesa dell'idea di rappresentanza. Che significa? Via il listino, collegio unico, preferenze di genere sul modello europeo, premio alle coalizioni. Questo può essere uno degli schemi. L'importante è che la sinistra abbia una sua idea e che poi abbia il coraggio, e la possibilità, di difenderla e portarla avanti al tavolo della discussione».

A breve ci sarà anche l'appuntamento per il rinnovo dei vertici politici delle "nuove" Province...

«La riforma, così com'è, non ci porta da nessuna parte. Detto questo e fino a quando non ci sarà la possibilità di ripristinare un ente di area vasta che sia rappresentativo e democratico, è necessario ragionare sull'opportunità di costruire un accordo politico che, almeno per Perugia, eviti che la presidenza vada a destra. Quarto punto: no alle politiche di austerità. Lo scorso 3 luglio sono stati presentati 4 referendum per dire basta al rigore. Ebbene, a fronte di una semplice adesione da parte di Rc, Pdci e Sel, c'è stata invece una fortissima mobilitazione della sinistra Pd, delle Acli, dell'Arci, della Cgil Così si rischia soltanto di accelerare il processo di desertificazione della sinistra. E sempre a proposito di idee e linee politiche, io credo sia opportuno che tutti gli amministratori comunali dell'area sinistra (siano essi di maggioranza o di opposizione) costituiscano un forum per definire le linee di intervento da seguire proprio per la realizzazione di progetti unitari e per capire come si sta dentro alle Amministrazioni».

Sotto quale forma ricomporre la sinistra: una federazione o un partito unico?

«Cominciamo a rivedere il percorso storico della sinistra in Umbria e poi individuiamo i grandi temi che possono caratterizzarci per poi decidere chi vogliamo essere, dove vogliamo arrivare e dove possiamo collocarci. Io sono ad esempio convinto che sia necessario costruire un rapporto positivo con il partito di Renzi che in Umbria non si adegua a Renzi. Ma sono soprattutto convinto del fatto che devi innanzitutto dimostrare di essere utile e di poter dare un orizzonte di speranza».

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