Il Consiglio regionale dell'Umbria parteciperà ufficialmente alle celebrazioni in ricordo delle vittime della strage di Bologna. Il gonfalone dell'istituzione regionale sarà seguito dal vicepresidente dell'Assemblea, Damiano Stufara, che così annuncia la partecipazione alla cerimonia del 2 agosto: “Trascorsi 32 anni da quel 2 agosto del 1980, siamo costretti a tornare a commemorare gli 85 morti e i 200 feriti di un attentato che ha rappresentato un attacco tanto alla città di Bologna quanto alla nostra democrazia. Un tentativo di eversione violenta, un momento centrale nella strategia della tensione che con altri gravissimi fatti di sangue, anche molto recenti, ha dovuto condividere l'insulto degli infiniti ostacoli che hanno impedito la scoperta e la punizione dei colpevoli. È davvero necessario, dopo tanti anni, continuare a scendere in piazza per ricordare chi rimase vittima di quella cieca violenza? Sicuramente sì. Coltivare la memoria – sottolinea Stufara - rappresenta uno degli unici modi, ormai, per dare una seppur parziale giustizia a chi quel giorno si trovava nella sala d'aspetto della stazione di Bologna. Lo Stato italiano, i suoi apparati e il suo sistema giudiziario sembrano aver rinunciato a ricostruire davvero il contesto in cui quell'attacco sanguinoso maturò. Alcuni degli esecutori materiali sono stati condannati, è vero. Ma tutto quanto si mosse dietro di loro è rimasto avvolto nell'oscurità che tante sentenze non sono riuscite a squarciare. Neppure l'opera di persone appassionate e coraggiose come Torquato Secci (cittadino ternano, padre di Sergio, giovane intellettuale morto nell'attentato e primo presidente dell'associazione delle vittime della strage), è riuscita ad abbattere il muro di gomma frapposto all'accertamento della verità. Di fronte a quella che il presidente della Repubblica Sandro Pertini definì 'l'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia' – conclude il vicepresidente Stufara -, Torquato Secci 'da partigiano della verità e della giustizia si è fatto interprete di una città, di una comunità colpita come non era mai avvenuto in tempo di pace'. Un atto criminale a cui sono seguiti depistaggi e silenzi, ulteriori offese alle vittime che meriterebbero, finalmente, di essere commemorate con la verità e la giustizia su mandanti e complici”.

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