Seguiamo con molto interesse le vicende che interessano le ex Officine Franchi ed oggi con l'annuncio della costituzione della cooperativa Carpenterie Metalliche Umbre auguriamo che la storica azienda riprenda al più presto l’attività.

Ma la vicenda delle Officine Franchi fa venir alla mente il topos letterario del “mondo al contrario", ma — ahinoi — con ben poca vis comica. Dell'area Franchi era necessario il recupero, perché situata al centro di una città: una zona industriale molto impattante. E quel recupero si basava su dei pilastri: primo, la delocalizzazione dell'azienda, poi la realizzazione di nuovi edifici che potessero finanziare la costruzione della nuova azienda e di una viabilità a servizio del comparto, tutto utile anche per risolvere alcune criticità come il sottopasso di Via Firenze.

Ma _quel mondo _ha girato al contrario, assistiamo alla realizzazione di palazzine, scempio urbanistico in un'area dove non è stato fatto nessun recupero e bonifica, e della delocalizzazione per costruire un nuovo capannone e soprattutto del mantenimento dell'attività produttiva non se ne è più sentito parlare. Fosse quello del lavoro un tema poco attuale, magari d’accordo: ma non è così. Oggi i lavoratori, con un coraggio straordinario, si sono rimboccati le maniche e chiedono di rientrare in fabbrica dopo una lunga pausa causata dalle vicende precedenti. E nessuno dei rappresentanti delle istituzioni ha mosso un dito: anacronistico in un momento storico in cui si corre per salvare industrie, lavoro, produzione.

L’amministrazione è su un altro pianeta: e viene quasi da pensare che qualcuno non sia felice di quel che succede. Veniamo a sapere di questa vicenda dai lavoratori, e scopriamo che si trovano davanti difficoltà per fare quello che è più naturale, accendere i macchinari, lavorare, portare avanti commesse per cui hanno già ricevuto gli appalti. Tanto prodigo l'assessore Fratellini nel mostrarci le medaglie ricevute a caro prezzo, ma nessuna parola spesa per la situazione di un'azienda per la quale era stato studiato un percorso di recupero urbanistico che le permettesse di avere le risorse necessarie per costruire un nuovo opificio industriale e continuare la sua attività.

A proposito, qualcuno sa qualcosa sul destino di quel terreno che era stato individuato (a Ospedalicchio) ormai 15 anni fa? La Franchi dove spostarsi, ma nulla. Abbiamo visto la realizzazione di quei cinque palazzi intanto, ma la fabbrica è ancora lì.

Ripartiamo da qui: l'amministrazione comunale si faccia carico dell'immediato rientro in azienda dei lavoratori, e spinga per perseguire su quella via che progettava nel territorio di Bastia la realizzazione di un nuovo opificio industriale (inciso: speriamo che con le risorse ottenute da questa speculazione edilizia, perché altro non è, almeno si possa realizzare il sottopasso di Via Firenze).

E non ci si dica che non erano informati... ...

Gruppo Consiliare Partito Democratico - Unione Comunale Partito Democratico Bastia Umbra

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