La possibilità di un dialogo con il Pd, lanciata a luglio scorso, che doveva servire a riallacciare i rapporti con Matteo Renzi e a mandare via Ncd dal governo, è naufragata. Anzi si è infranta sugli scogli della Legge di stabilità e dell'Italicum. Ora anche Sel cambia verso. "Dobbiamo giocare una partita nuova che non è di restyling ma è quella di mettersi in sintonia con San Giovanni". E per San Giovanni, il leader della sinistra-sinistra, intende la piazza. Quella dei sindacati, quella rossa della Cgil, "che non farà sconti a nessuno". Dunque il prossimo appuntamento è a Milano, dove a fine gennaio ci sarà lo "Human Factor", la contro Leopolda di Vendola, nei giorni che potrebbero essere quelli cruciali per l'elezione del nuovo Capo dello Stato. Tanti gli ospiti in programma, da Stefano Fassina a Pippo Civati, fino ai sindacati con Susanna Camusso e Maurizio Landini. L'obiettivo è federare tutta la sinistra anti-premier: "Certo, ci vorrà del tempo ma adesso il sindacato va guardato con occhi diversi". E poi ancora: "Noi non aspettiamo Civati come fosse Godot, sia chiaro, ma dobbiamo valorizzare il coraggio delle sue prese di posizione, aspettando che la crepa che si sta aprendo nel Pd sia sempre più profonda".

A questo punto "dobbiamo costruire una grande casa" a sinistra "per accogliere quelli che adesso" si sentono senza appartenenza. "O troviamo un luogo dove farlo e ci sediamo" a discutere "o vuol dire che siamo solo dei chiacchieroni".In Parlamento e fuori "dobbiamo fare un'opposizione spregiudicata, non si può usare il galateo" ma neanche "il teppismo istituzionale" dei grillini. "Noi abbiamo fatto opposizione con una forza superiore alla nostra rappresentanza", opposizione a un governo "che è di destra", dice soddisfatto il leader di Sel durante l'assemblea del partito riunita a Roma.

Il momento, per Vendola, per tornare a essere protagonisti, è quello giusto, il problema però "è essere all'altezza della domanda di cambiamento". La "straordinaria occasione di Milano", spiega Arturo Scotto, "ci aiuterà a creare qualcosa a sinistra". Quanto alle riforme, il coordinatore Nicola Fratoianni non risparmia un attacco al Capo dello Stato: "Se Napolitano dice che non si possono usare tattiche emendative non so cosa si propone ai parlamentari di fare. Non capisco a cosa vogliono arrivare, non lo dico neanche".

Con la fiducia nella notte alla legge di Stabilità in Senato "siamo all'umiliazione del Parlamento, all'idea che si possa varare la manovra di bilancio nel caos, nella sciatteria, mentre il Paese affonda. Siamo alla velocizzazione renziana per pura propaganda", sottolinea Vendola. E poi ancora, Sel farà "una battaglia campale contro lo sfregio" che l'Italicum rappresenta "alla Costituzione e alla Corte costituzionale".

Comunque sia, adesso, la vera partita è l'elezione del nuovo Capo dello Stato, come in tanti sottolineano dal palco senza nascondere che i giorni dello Human Factor saranno quelli determinanti. "Se si rimarrà al di fuori di quella fonte permanente di inquinamento, che è il patto del Nazareno, ci saranno le condizioni per eleggere subito il presidente della Repubblica" conclude Vendola. Sel un nome da proporre ce l'ha ed è quello di Romano Prodi. Così, rivolgendosi al Pd dice: "I numeri per eleggere Prodi al quarto scrutiamo ci sono. Facciamo saltare il patto del Nazareno". Su questo Vendola peserà la sua forza alternativa a Renzi.

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