CITTA’ DI CASTELLO - La partita che si sta giocando in Italia non è quella tra un governo e un altro che si alternano per effetto della fisiologica e positiva competizione democratica. L’alternativa è quella tra un governo “di cambiamento e di salvezza” e un regime comandato da un personaggio di estrema destra come Salvini, che opera al di fuori di qualsiasi morale, violando deliberatamente principi costituzionali e diritti umani, che lascia morire le persone in mare e si allea con i sovranisti di estrema destra, che considera l’Europa non un progetto comune da cambiare ma un ostacolo democratico da eliminare. Un personaggio spregiudicato e pericoloso che ha utilizzato le leve del potere per far crescere il proprio consenso e quello del suo partito nel momento stesso in cui impoveriva il paese dal punto di vista umano, sociale, economico, culturale, isolandolo a livello internazionale e alimentando una conflittualità permanente ed un odio sociale finalizzato ad individuare un nemico, i migranti e le fasce più deboli, ed a scaricare sugli ultimi gli effetti dei fallimenti dei quali lui stesso e il governo sono stati responsabili.

Noi ci auguriamo che nella normale dialettica di una democrazia parlamentare si possa dare vita ad un governo di cambiamento e di salvezza che scongiuri il terribile rischio di una Lega al potere con Salvini primo ministro, “uomo solo al comando con pieni poteri” che a quel punto eleggerebbe un presidente della Repubblica non di garanzia ma di partito, farebbe una riforma della giustizia che neppure a Berlusconi fu consentito di fare e che minerebbe drammaticamente lo spirito solidale delle comunità del nostro Paese e il carattere democratico delle istituzioni italiane.

Speriamo che le forze politiche Pd- 5Stelle siano consapevoli del rischio che corre il Paese e si assumano la responsabilità di un governo che, pur nelle differenze dei soggetti contraenti, trovi nei principi di umanesimo sociale che hanno sempre caratterizzato le culture politiche italiane, laiche e cattoliche, e nell’ancoraggio al principio di legalità e alla Carta Costituzionale, le ragioni per costruire un governo che fermi il declino e restituisca dignità e forza ad un Paese che ha le energie per farcela.

UNITA’ E DISCONTINUITA’, ANCHE IN UMBRIA

Noi chiediamo ai dirigenti del Pd dell’Umbria la stessa coerenza con le legittime richieste che a livello nazionale avanzano ai 5Stelle per un governo di svolta e di discontinuità. Chiediamo al gruppo dirigente del Pd di prendere atto del rischio gravissimo di consegnare l’Umbria alla Lega e dell’effetto “rigenerante” che questo potrebbe avere per un Salvini a quel punto fuori dal potere e in declino. Ed a pochi mesi da un’altra elezione regionale ancora più importante e altrettanto problematica: quella dell’Emilia Romagna. 

Giocare la partita elettorale tutta all’interno delle correnti del proprio partito, scegliere un candidato in solitaria senza consultare nessuno, senza promuovere alcuna sede di confronto e senza definire alcuna regola di riferimento è stato un errore politico e sarebbe un suicidio elettorale. Dall’altra parte non abbiamo una coalizione di forze politiche “normali”, antagoniste ma costituzionali. Abbiamo una destra fascistoide che fa dell’odio, della distruzione dello stato sociale, della violazione delle norme costituzionali e della cancellazione dei più elementari principi di umanità e di solidarietà la cifra della sua esistenza e i punti fondamentali del suo programma. Riflettano i dirigenti del Pd e si fermino. Non è troppo tardi, convochino un tavolo largo per coinvolgere le altre forze politiche, i movimenti e le espressioni di quel positivo civismo democratico che è cresciuto diffusamente in tutta la Regione.

Si tenti almeno di attivare un confronto, definire delle regole e ricercare un candidato il più possibile condiviso. Questa è l’unica condizione, generosa e lungimirante, non per avere la vittoria in tasca, ma semplicemente per competere con una destra aggressiva e ancora avanti nei sondaggi. Auspichiamo che anche il M5Stelle ricerchi le condizioni per evitare una presentazione elettorale in solitaria che, anche per le dinamiche imposte dalla legge elettorale regionale, non avrebbe alcun impatto sul risultato finale.

Noi speriamo che prevalga senso di responsabilità e apertura da parte del gruppo dirigente del Pd, ma siamo anche consapevoli che quello che non si è voluto fare fino ad oggi, aprire e coinvolgere, potrebbe essere anche la scelta per il futuro.

A quel punto i movimenti civici devono essere pronti a rappresentare loro, con la forza della discontinuità e del cambiamento dei programmi e delle persone, l’alternativa politica e istituzionale. Deve essere indicato/a un candidato/a governatore e componenti di liste che facciano derivare la propria legittimità e forza dal non avere fatto parte di precedenti esperienze istituzionali e di governo regionale. E questo non per dare un giudizio di valore e di merito su chi ha ricoperto incarichi istituzionali precedenti, ma semplicemente per rispondere alla ineludibile, prorompente e comprensibile richiesta di discontinuità e rinnovamento che emerge dall’intero corpo civico ed elettorale umbro.

I sindaci devono continuare a fare i sindaci onorando il mandato ricevuto dai cittadini. Coloro che hanno ricoperto incarichi precedenti devono mettere a disposizione la propria esperienza, la ricchezza politica maturata in anni di nobile impegno, ma sapendo che il cambiamento deve essere visibile anche nelle persone che andranno a rappresentarci nella istituzione regionale.

I lettori, e gli elettori, rischiano in questi giorni di capire poco e di restare storditi, e forse anche contrariati, dall’esondazione di notizie e dichiarazioni che giornalmente vengono pubblicate. Dalle autocandidature alle candidature di amici di cordata o di partito.

Il civismo democratico, se vuole essere credibile non può chiedere rinnovamento e discontinuità agli altri e non praticarlo al proprio interno. Proporre o candidare sindaci, ex sindaci o ex esponenti della stagioni politiche passate fa diventare il civismo un terreno di scontro tra nomenclature delle passate stagioni politiche non una aggregazione politica ed elettorale che chiede e pratica discontinuità. Progetto del quale c’è assoluto bisogno e per il quale il Movimento Castello Cambia è convintamente impegnato.

CASTELLO CAMBIA

Il Coordinamento

 

 

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