Umbria/ Il pd senza la sinistra perde
La tornata elettorale del 31 maggio ha visto l’affermazione del centro sinistra in cinque regioni su sette e la riconferma della guida dell’Umbria da parte della Presidente Marini.
Le elezioni sono state segnate da un fortissimo astensionismo che ha penalizzato tutte le forze politiche ad eccezione della Lega Nord che è diventata il punto di riferimento del centro destra.
A sinistra il PD ha pagato pesantemente il prezzo delle scelte compiute dal Governo Renzi sui temi istituzionali, del lavoro e della scuola.
Gli elettori e le elettrici hanno bocciato sonoramente l’ipotesi del Partito della Nazione a vocazione maggioritaria.
Al tempo stesso si è confermata l’evaporazione del PD come soggetto politico organizzato ed il predominio dei comitati elettorali.
L’Umbria non si discosta da queste tendenze anzi le accentua fino al punto di mettere a rischio la guida della Regione per il centrosinistra.
Il centrosinistra perde fin quasi il 50% dei consensi presi 5 anni fa e in questo quadro l’indebolimento del PD è significativo.
Per tutte queste ragioni ci vuole una svolta e un riposizionamento a sinistra nelle politiche del governo che rivedano le decisioni su legge elettorale, riforme istituzionali, scuola e lavoro.
In Umbria è necessario prendere coscienza che vasti strati popolari hanno abbandonato la partecipazione politica attiva soprattutto da parte di artigiani, insegnanti, operai, lavoratrici e lavoratori, giovani.
Viene avanti una critica forte verso il centralismo burocratico che non tiene conto dei bisogni dei territori e di vasti strati popolari e medi.
Recuperare un rapporto con essi vuol dire riaprire un confronto a sinistra, riconquistare l’autonomia verso le politiche governative, mettere in campo un riformismo progressista attraverso scelte che sollecitino lo sviluppo socialmente sostenibile, promuovano nuova coesione sociale, diritti universalmente diffusi, e riaffermino la predominanza nella comunità umbra di valori di giustizia e solidarietà, oggi incrinati come mostrano i risultati elettorali che premiano forze avverse a questi valori, come la Lega Nord più di altri.
Il coordinamento della sinistra del PD umbro rivendica la scelta compiuta a sostegno della presidente Marini e del centrosinistra che si è dimostrata determinante per il successo conseguito.
Dai candidati e dalle candidate della sinistra è venuto un contributo politico ed elettorale fondamentale e decisivo in termini di voti e preferenze (solo queste ultime circa 17000) favorendo l'elezione in Consiglio Regionale di Attilio Solinas.
Il coordinamento chiede che si apra una riflessione seria sul risultato elettorale, che affronti le questioni problematiche evidenziate, con la riappropriazione complessiva dei contenuti della sinistra nelle riforme e nelle politiche del PD, per operare un vero cambiamento che rilanci l'Umbria e il paese, a favore di scelte di progresso per tutti e per tutte.
Il coordinamento della sinistra del PD umbro
Domenica
07/06/15
14:23
Ma che emerita sciocchezza. Certo il PD umbro mostra molti limiti, troppi ed ingiustificati, e l'apporto della sensibilità di forze politiche alla sua "sinistra" estremamente importante ed utile. Ma siamo onesti la cosidetta "sinistra del PD" umbra (assieme alla maggioranza della classe dirigente dei partiti alla sua sinistra) è casomai la zavorra del partito (come dello sviluppo della regione), ovvero la causa della diffidenza e della disaffezione che una parte importante del suo elettorato manifesta da qualche tempo a questa parte. La cosidetta "sinistra del PD" altro non è che il coacervo degli interessi personali e di bottega che da almeno venti anni a questa parte hanno incatenato la regione ad un protezionismo che la sta portando all'irrilevanza ed alla marginalità. La cosidetta "sinistra del PD" umbra è quella che negli ultimi 20 e più anni ha occupato sistemativamente ogni spazio della pubblica amministrazione con persone mediocri ed incapaci di misurarsi con il cambiamento globale che avveniva attorno a loro a ritmi vertiginosi. La cosidetta "sinistra del PD" umbra è quanto più di "destra" i miei occhi abbiano mai visto da quando sono nato (e conosco molto bene la realtà politica, sociale ed economica di diverse regioni oltre l'Umbria, a partire da Toscana, Lonbardia, Veneto, Piemonte, Marche ed Emila Romagna, perchè vi ho vissuto o lavorato) e prima la mandiamo definitivamente in pensione, prima l'Umbria potrà provare ad uscire dalla spirale recessiva in cui da anni si trova invischiata.
Lunedì
08/06/15
20:20
Ma che uomo vissuto!
Martedì
09/06/15
16:32
Sinceramente ad aver vissuto e/o lavorato in 5/6 regioni di questo paese non è proprio niente di eccezionale se non, evidentemente, per chi è convinto ancora che tutto il mondo si concentri nelle poche decine di chilometri quadrati dove è nato e cresciuto; ed il mio aver fatto riferimento a ciò è semplicemente legato al desiderio di far comprendere che la realtà è molto più articolata (come sono più articolate le possibilità di scelta che abbiamo davanti) di quella che tocchiamo con mano nel quotidiano.
Senza voler offendere nessuno, credo invece di poter affermare che se c'è un limite più evidente di altri (tra i tantissimi pregi) che caratterizza l'umbro è proprio quello di un eccessiva chiusura e diffidenza verso ciò che è distante da lui, convinto che le cose possano essere solo come si sono conformate nella propria realtà.
Si possono naturalmente non condividere le mie opinioni ma troverei più produttivo farlo nel merito di esse e non su altro.
Posso naturalmente sbagliari, ma se c'è una differenza che più delle altre distingue la destra dalla sinistra questa è che la destra è sostanzialmente conservatrice (mantenere lo status quo) e la sinistra progressista (cambiare lo stato delle cose presenti).
Se è così (e sfido chunque a dimostrare che non lo è) allora mi si dica davvero se la sinistra PD umbra(assieme a buona parte della classe dirigente dei partiti di sinistra locali) non è quanto più di destra (conservatrice, rispetto alle proprie posizioni e rendite) si sia visto rispetto all'evoluzione avuta dal centro-sinistra nelle altre regioni del centro-nord di questo paese?
Ogni semplificazione è certamente ingenerosa e comprendo bene che tacciare di essere di destra (conservatore) tout-cour la sinistra di questa regione è ingeneroso e financo irrispettoso per taluni suoi protagonisti e di questo mi scuso. Tuttavia sarebbe davvero quanto di più dannoso ci possa essere per il futuro di questa regione se la classe dirigente che l'ha così a lungo governata non facesse un definitivo passo indietro o comunque se il suo elettorato di riferimento non comprendesse che, al di là delle intenzioni di partenza, senza un taglio netto con essa si rischia solo di allontanarci ulteriorimente dalle sembre minori chance che abbiamo di uscire dal declino in cui siamo oramai da tempo confinati.