PERUGIA - “Non è possibile che a quasi un anno dalla nascita della nuova azienda regionale dei trasporti, ottenuta grazie all'impegno e al senso di responsabilità dei lavoratori e del sindacato, non ci sia ancora omogeneità nei trattamenti dei dipendenti, non si sia avviato un confronto sul piano industriale e, soprattutto, si vogliano imporre scelte senza concordarle con i rappresentanti dei lavoratori”. Sono queste in estrema sintesi le ragioni che i 6 sindacati del settore trasporti dell'Umbria – Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Ugl Trasporti e Orsa - hanno illustrato stamattina nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la Cgil di Perugia, annunciando lo stato di agitazione di tutto il personale di Umbria Tpl e Mobilità Spa e l'avvio delle procedure di raffreddamento (quelle che nel settore precedono la proclamazione di uno sciopero).
Uno sciopero a cui – hanno spiegato i rappresentati delle varie sigle – non si vorrebbe arrivare, ma che sarebbe inevitabile se l'azienda insistesse nel suo “atteggiamento di chiusura totale”, nonostante gli accordi già sottoscritti in passato, che impegnano la stessa azienda a concordare con i sindacati tutti gli aspetti del processo di realizzazione dell’azienda unica regionale.

Il sindacato respinge dunque ogni accusa di irresponsabilità: “Siamo perfettamente consapevoli dei pesantissimi tagli che il Governo ha imposto alle Regioni (da 1.900 miliardi per il Tpl si è passati a 500) e agli Enti locali, tagli che inevitabilmente si ripercuotono sul sistema del trasporto pubblico – hanno detto ancora i sindacati in conferenza stampa – ma questo non può giustificare la chiusura del confronto da parte dell'azienda, né qualsiasi tipo di penalizzazione per i lavoratori, proprio ora che l'azienda unica è diventata realtà. Noi – hanno proseguito – siamo pronti a trattare anche da subito, ribadendo che il problema non è tanto sulla proposta economica (seppure il costo del lavoro in Umbria tra i più bassi a livello nazionale), quanto sull'intergrazione e sull'organizzazione dei servizi”.

A questo proposito, oltre che partecipare al piano industriale dell'azienda unica, il sindacato chiede di intervenire sulle scelte che dovranno determinare la legge regionale sui trasporti, attualmente in elaborazione, e il nuovo contratto di servizio, che dovrà fissare l'offerta del trasporto pubblico locale in Umbria per i prossimi anni.

Le sei sigle sindacali hanno poi voluto sottolineare altri due aspetti rilevanti: il primo è che vi è una forte necessità di investire sulle infrastrutture, in particolare nella rete ferroviaria (ex Fcu), dove permangono “forti elementi di criticità”. Il secondo è che nonostante l'unificazione delle 4 aziende regionali il numero dei dirigenti oggi confluiti nell'azienda unica non solo non è diminuito ma è addirittura aumentato (sono 13 per 1.340 dipendenti). “Se si chiedono sacrfici ai lavoratori, che già ne hanno sopportati molti – hanno osservato i sindacati – è giusto che si guardi anche ai piani alti”.

Infine, due richieste puntuali su altrettante questioni specifiche: ci sono due lavoratori ex Spoletina con contratti a termine che devono essere stabilizzati per una questione di uniformità di trattamento e perché così era stato promesso dall'azienda; a otto mesi di distanza dal deragliamento del treno Fcu a Massa Martana ancora non si conoscono ufficialmente le cause dell'incidente: “Crediamo sia tempo di chiarire cosa è successo”, hanno osservato i sindacati.
 

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