Perugia ospita numerosi eventi internazionali quali Umbria Jazz e il Festival Internazionale di Giornalismo, ma negli ultimi due anni l’amministrazione ha concentrato notevoli risorse economiche e organizzative a favore solo dell’evento “Perugia 1416”.

Già in sede di Bilancio Consuntivo il gruppo consiliare PD aveva evidenziato, attraverso la presentazione di un emendamento, quanto e come sarebbe stato importante devolvere fondi del bilancio comunale per eventi come Umbria Jazz e il Festival Internazionale del Giornalismo, invece che impegnarli in modo esclusivo a favore dell’associazione privata che aveva in gestione la realizzazione dell’evento “Perugia 1416”.

Gli eventi su cui si dibatte sono antitetici dal punto di vista della rilevanza: Umbria Jazz ha in sé la forza di dare lustro a tutta la città, è una rassegna nota a livello internazionale, pone la nostra città al centro della vita culturale italiana durante i giorni del festival, ma con una cassa di risonanza che supera di gran lunga i limiti temporali dello svolgimento.

Le parole del direttore Carlo Pagnotta, restituiscono ed evidenziano l’immagine di una amministrazione, rappresentata da una latitante giunta Romizi, che non comprende o, peggio ancora, non vuole comprendere, quali sono le ricadute economiche e di immagine che Umbria Jazz offre alla città di Perugia (ma che è pronta a prendersene il merito).

La cifra che il Comune stanzia è esigua e indica quanto sia lontana la giunta Romizi e quale l’interesse a tutelare il successo di questa manifestazione.

Grave è registrare la sola presenza dell’assessore al Bilancio, visto che anche il dato economico diventa marginale e soccombe difronte a scelte politiche e culturali che prediligono un evento a rilevanza di poco superiore a quella comunale. Quest’anno Perugia ha ricevuto la somma di un milione di euro come Capitale Italiana della Cultura e questo non può non essere investito anche per dare respiro ad eventi che già connotano la nostra città, ma che hanno bisogno di un impegno continuo. Non si vive di rendita perenne quando si tratta di cultura.

Colpisce il fatto che il sindaco Romizi e l’assessore al Bilancio Bertinelli abbiamo diffuso cifre volutamente inferiori a quelle effettive, quasi a tradire un senso di imbarazzo. I soldi pubblici impegnati ammontano a 300mila euro già stanziati per tre anni a cui si sommano più di 70mila euro di spese vive già utilizzate nel 2016 e le spese, presenti, ma non quantificate, di spese definite “accessorie” che vanno a coprire straordinari della polizia municipale, degli addetti GESENU, del personale amministrativo impegnato.

A conforto di quanto asserito è possibile scaricare le delibere di seguito elencate, sfuggite, forse, allo stesso Sindaco:

-             DGC 173/2016, all’Associazione Perugia 1416 contributo di 100.000,00 euro (evento previsto per tre anni)

-             DGC 50/2016 realizzazione costume d’epoca, priore e portastendardo, 29.755,80

-             DD 48/2016 realizzazione costumi d’epoca, alfiere e priore, 8.174,00

-             DD 133/2016 realizzazione costumi “atleti dei giochi antichi”, 8.442,40

-             DD 102/2016 progetto sperimentale di supporto alla manifestazione, 5.000,00

-             DD 83/2016 conferimento incarico regia evento, 15.000,00

-             DD 85/2016 funzionalità chiarine e ripulitura mazze cerimoniali, 2.562,00

-             DD 126/2016 affidamento servizio pubblicitario,2.318,00

-             DD 118/2016 affissione DOGRE, 2.130,31

-             DD 123/2016 le stelle di Braccio Fortebracci, 600,00

-             DD 117/2016 affissione 6x3 cinema Lilli, 122,00

-             DD 319/2015 acquisto dvd “Perugia al tempo dei Baglioni”, 3.000,00

Fornire dati non corretti, incompleti, non riconoscere manifestazioni come Umbria Jazz per il loro reale peso, è sinonimo di incapacità e presunzione. Auspichiamo che ad Umbria Jazz venga dato il valore che sul campo ha dimostrato di meritare; riteniamo inoltre che sia fondamentale e importante per la città di Perugia che la progettazione culturale torni ad essere una necessaria priorità; che si guardi alla cultura ad ampio spettro, che non sia elitaria, che si rivolga a tutti, che non diventi una veste per connotare solo un certo modo e un certo tipo di essere cittadini.

 

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