PERUGIA – “Passata la festa gabbato lo Santo” recita un antico proverbio umbro ed è a questa saggezza popolare che possiamo fare riferimento a ciò che sta succedendo in Umbria finita l’euforia nel centro destra a trazione leghista per la conquista della Regione.
 
Con la parola d’ordine “L’Umbria agli umbri”, Matteo Salvini ha martellato per due mesi anche i più nascosti lembi della ex regione rossa e possiamo ben dire, ora, che la sua propaganda ha conquistato i molti servi che, annusata l’aria che tirava, non hanno esitato a cambiare padrone; servi che sono nati, cresciuti e fatto carriere all’ombra di un regime finto di sinistra che si reggeva sullo scambio di favori: “Tu mi voti ed io ti promuovo!”.
 
Il fatto è, però, che a risultato acquisito agli umbri non resta altro che raccogliere i cocci del giocattolo rotto perché non saranno certo loro a decidere le sorti future del “cuore verde d’Italia”.
A rendercelo chiaro quel mix di “esperienze a competenze” con le quali la nuova governatrice Donatella Tesei ha annunciato la composizione della sua Giunta.
 
A leggere i nomi comprendiamo bene che la “colonializzazione” leghista da tanti temuta è subito iniziata. La stessa Tesei è stata prontamente commissariata, imponendogli di affidare ad un geometra di Verona il più importante assessorato, quello della sanità, che rappresenta la parte preponderante della spesa regionale.
Ci riferiamo a Luca Coletto, che con l’Umbria non ha nulla a che fare essendo stato a lungo assessore regionale della Sanità nel Veneto di Luca Zaia, poi presidente di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e che, soprattutto ha rivestito un ruolo all’interno del primo governo presieduto da Giuseppe Conte come sottosegretario alla Salute dei gialloverdi.
Ritrovatosi improvvisamente senza uno stipendio, eccolo finalmente sistemato in Umbria con l’incarico, non dichiarato di provare a privatizzare una sanità unanimente riconosciuta di qualità e di riferimento a livello nazionale.

E che dire poi del 71enne Enrico Melasecche. Di formazione democristiana dopo il crollo della Prima Repubblica ha preso a navigare nei partititi di centro prima fra le fila del Cdu (Cristiani democratici uniti), e poi ancora nell’Udc di Pierferdinando Casini, fino ad approdare in Forza Italia, spostandosi sempre più a destra finendo infine per approdare alla Lega per la quale si è candidato per il rinnovo del consiglio regionale dello scorso 27 ottobre. Trombato dagli elettori, finisce primo dei non eletti, ma da ex diccì, abile nelle trattative, risorge ottenendo la delega ai Trasporti pubblici.

E veniamo a Paola Agabiti, sposata Urbani, una famiglia regina nel campo dei tartufi tant’è che il marito è anche il presidente di Confindustria Terni. Eppure è stata sindaca del Comune di Scheggino, che, guarda caso, è lo stesso comune di origine di un pezzo del potere che rimanda all’ex segretario regionale del PD, Gianpiero Bocci, finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Perugia su presunti illeciti nelle assunzioni nel sistema sanitario umbro. Ecco dunque i brillanti trascorsi che le hanno fatto meritare la carica di assessore al Bilancio.

Di eguale elevato spessore i trascorsi di Roberto Morroni, oggi in Forza Italia, ma con una presenza nella Prima Repubblica quando fu un funzionario nel Psi di Bettino Craxi. Poi l’assunzione a Mediolanum, e ancora l’approdo naturale nel partito di Silvio Berlusconi, prima come sindaco di Gualdo Tadino (dove ha però ballato per una sola stagione visto che i suoi concittadini non l’hanno riconfermato), quindi consigliere regionale e titolare ora della vicepresidenza regionale con due deleghe pesanti come l’Agricoltura e l’Ambiente. E, avendoci preso gusto e (come si sa due incarichi sono meglio di uno) Morroni non intende affatto dimettersi da consigliere regionale.

Resta Michele Fioroni, la cui specialità è quella di ottenere cariche di governo senza essere stato mai eletto.  In tale veste è stato già assessore due volte al Comune di Perugia e adesso lo sarà come assessore regionale al Turismo e al Marketing.

 

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