di Mario Bravi - IRES CGIL

Nel 2016 il PIL dell’Umbria è diminuito del 1,3% sull’anno precedente. Si tratta, potremmo aggiungere purtroppo, del peggior dato tra tutte le regioni italiane con un Pil Nazionale in crescita dello 0,9%.
Tra le regioni del centro solo l’Umbria mostra una performance negativa, con una flessione del PIL pari a – 1,3%. L’Istat evidenzia anche un dato negativo sul versante degli occupati (- 1,5% nel 2016) molto diverso dal 2015 quando c’era stato un +0,9%. Sempre nel 2016 i redditi da lavoro dipendente sono pari a 32.900 euro contro una media nazionale di 35.900 euro. Gli occupati umbri sulla popolazione residente sono pari al 41,5%, con un dato in questo caso migliore della media nazionale (40,5%). Il dato definitivo sull’andamento del Pil dell’Umbria – sottolinea Bravi - dovrebbe far riflettere tutti coloro che, sbagliando, avevano data per chiusa la fase di difficoltà della nostra regione. In realtà le difficoltà strutturali permangono e dimostrano l’esistenza di quello che la Cgil ha definito un “caso Umbria”, che richiede attenzione e non sottovalutazione e soprattutto interventi mirati e di prospettiva che ci facciano veramente uscire dalla lunga notte della “crisi”.“

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