di Renato Casaioli

Tuoro sul Trasimeno - Un sogno affascinante inseguito da sempre e che ora potrebbe divenire realtà e ritornare alla luce. Si tratterebbe di un cimitero di soldati romani, annegati nel al Trasimeno. La tragedia si consumò com’è noto, a seguito del tentativo dei legionari di Roma, di sfuggire dalle milizie di Annibale. Tutto ciò accadde nel lontano 217 a.c. (II guerra punica). A tentare di riportare tra noi un nutrito gruppo di giovani scienziati specializzati in diverse discipline. Luca Gasperini, Istituto Scienze Marine, CNR, Bologna, capo missione.

Serena Trippetti giovane archeologa, residente a Magione, ha svolto studi sul territorio del Trasimeno finalizzati alla realizzazione di un GIS (Geographic Information System) archeologico finanziato dalla Regione Umbria.

Fabrizio Del Bianco, Istituto Scienze Marine, CNR, Bologna, acquisizione dati sismici e batimetrici.

Giuseppe Stanghellini, Istituto Scienze Marine, CNR, Bologna, robotica marina.

Flavio Priore, Università di Parma, acquisizione dati geofisici, navigazione.

Enrico Bonatti, Columbia University (N.Y., USA), interpretazione dati geologico/geofisici.

Luigi Sambuelli POLITECNICO DI TORINO, acquisizione dati geofisici (magnetometria, GPR, elettrica).

Diego Franco POLITECNICO DI TORINO, acquisizione dati geofisici (magnetometria, GPR, elettrica).  

Cesare Comina UNIVERSITA DI TORINO, acquisizione dati geofisici (magnetometria, GPR, elettrica).

Riportare alla luce i resti dei soldati, le loro armature, che ora parrebbero giacere protetti da uno strato d’argilla spesso due metri, sotto i fondali del Trasimeno. E’ facile comprendere come un evento del genere produrrebbe un immediato e duraturo ritorno di immagine sotto il profilo turistico e storico per il Trasimeno e per l’Umbria tutta. Una pagina di storia quella della battaglia di Annibale, che tutto sommato fino ad oggi, proprio perché non ci sono reperti effettivi da poter ammirare, è rimasta un po’ in ombra. 

Un progetto di ricerca archeologico che vede la partecipazione congiunta dell’ISMAR-CNR con La Rotta dei Fenici, la Soprintendenza Archeologica dell’Umbria, della Regione Umbria e della  Provincia di Perugia. Gli studi hanno preso avvio nel 2004, per conto della Regione e affidati a ISMAR-CNR di Bologna. Queste ricerche verranno arricchite dai rilievi che in questi giorni il comune di Tuoro e da La Rotta dei Fenici, stanno effettuando. Dai primi esami effettuati nel 2004/2005 infatti,  è emersa una concentrazione di metalli nell’area compresa tra Tuoro e Isola Maggiore. Proprio lo specchio d’acqua teatro secondo le testimonianze di Polibio (lo storico greco che studiò in modo particolare il sorgere della potenza della Repubblica Romana), dello scontro militare. Ed è proprio su queste che gli scienziati chiamano “anomalie”, emerse dai rilievi dei Sonar e da altre diavolerie tecnologiche, che gli studiosi vogliono vederci chiaro.

E’ possibile dunque che siano custodite sotto metri di sabbie in questo tratto del lago di Tuoro, importanti testimonianze dello storico episodio. I rilievi fatti indicano la presenza di oggetti sepolti a profondità di qualche metro al di sotto del manto sedimentario. Sulla base della stima del tasso medio di sedimentazione, la profondità indiziata corrisponderebbe a circa 2 millenni fa. Le due barche cariche di tecnologia utilizzate per le ricerche, lo scandaglio dei fondali, hanno solcato le acque del lago per tutta la giornata. Grande per tutti è stata l’emozione ogni qual volta che sui monitor apparivano quelle macchie consistenti. “Calma e prudenza”, è andato ripetendo sornione per tutto il giorno Enrico Bonatti. Ma sognare com’è noto, fa star bene produce energia positiva. Ora la mole notevole dei dati raccolti saranno incrociati tra loro attraverso un lavoro che vede la computeristica, protagonista assoluta. Solo tra qualche mese si saprà con certezza se quelle macchie “anomale”, che da due millenni giacciono silenziose sotto i fondali, sono metalli e ossa umane. Se sì, sarà una bella festa per tutti, anche per quei poveri resti, che non speravano più di tornare a rivedere la luce del sole e raccontare a tutti, quello che è stato e che purtroppo si è ripetuto per tutti questi secoli: le guerre. A suggerirci che la violenza cieca, non ha davvero nessun senso, nessuna ragione d’essere.

 

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