Nella riunione di ieri della Seconda Commissione consiliare, presieduta da Gianfranco Chiacchieroni, si è parlato anche del trasporto pubblico locale. L'audizione con il presidente di Umbria Tpl Mobilità, Moriconi e con l'amministratore unico di Minimetrò spa, Spinelli ha aperto una indagine conoscitiva dell'organismo di Palazzo Cesaroni sulla situazione del trasporto pubblico locale in Umbria che comprende altre audizioni con tutti i soggetti interessati. Dopo l'unificazione di tutte le aziende del trasporto unico, l'obiettivo rimane ora quello del biglietto unico regionale. Umbria mobilità è una realtà che fattura 120 milioni di euro e trasporta ogni anno circa 46 milioni di passeggeri. Per quanto riguarda il Minimetrò, l'amministratore unico, Spinelli, ha fatto sapere che “attraverso i biglietti viene coperto il 35 per cento del costo di gestione (la media nazionale è del 30 per cento).

La struttura operativa è composta da 15 dipendenti che garantiscono il servizio per circa 3 milioni di passeggeri all'anno (9 mila al giorno). Nel piano economico finanziario dei prossimi tre anni è previsto un
incremento del numero dei passeggeri fino a 3milioni 500mila all'anno. (Acs) Perugia, 26 gennaio 2012 - “Azienda unica - bacino unico come risposta alla necessaria razionalizzazione delle spese. L'obiettivo rimane
ora il biglietto unico regionale. Umbria mobilità è una realtà importante che fattura 120 milioni di euro e trasporta ogni anno circa 46 milioni di passeggeri. L'accorpamento in un'unica azienda regionale è stato preso ad esempio a livello nazionale”. Sono alcuni passaggi dell'audizione di ieri, in Seconda Commissione, del presidente di Umbria Tpl Mobilità, Giovanni Moriconi, invitato insieme all'amministratore unico di Minimetrò spa, Nello Spinelli, che gestisce l'infrastruttura perugina che non rientra, attualmente, nell'avvenuta unificazione delle aziende dei trasporti.

Le audizioni presso l'organismo di Palazzo Cesaroni, presieduto da Gianfranco Chiacchieroni, continueranno nelle prossime settimane con altri soggetti interessati al trasporto pubblico locale in Umbria. Nella sua articolata relazione, Moriconi ha subito evidenziato la conclusione del percorso per l'unificazione di tutte le aziende di trasporto operanti in Umbria. Nello scorso mese di dicembre è stato sottoscritto l'atto di incorporazione della holding Umbria Tpl in Umbria Tpl Mobilità. In Umbria esiste così una sola azienda che si occupa del trasporto pubblico locale, sia su gomma che su ferro.

“È nata una realtà importante – ha detto Moriconi -, un'azienda che ha un fatturato di 120 milioni di euro all'anno, ha circa 1.300 dipendenti, trasporta oltre 46 milioni di passeggeri ogni anno (comprese scale mobili, escluso minimetrò)”. Umbria Tpl Mobilità è un'azienda multimodale che gestisce tutti i servizi urbani ed extraurbani su gomma, i servizi ferroviari ex Fcu, non solo sulla rete ferroviaria regionale, ma in parte anche sulla rete ferroviaria nazionale (servizi svolti nella regione Abruzzo e Lazio). Gestisce i servizi di navigazione, di mobilità alternativa e opera, oltre che in Umbria, con una quota importante, nel trasporto pubblico locale a Roma gestito da Roma Tpl dove Umbria mobilità ha il 33 per cento delle quote. La gestione dei servizi romani è curata sostanzialmente dalle strutture umbre. Nell'ultimo periodo – ha fatto sapere Moriconi - l'Azienda unica ha incorporato anche una società partecipata a Roma, Sira srl, in questo modo
il fatturato complessivo dell'azienda regionale arriva a circa 140 milioni di euro, con complessivi 1.500 dipendenti.

Ad oggi Umbria Mobilità opera in tre bacini distinti (Area Perugia e Alto Tevere; comprensorio Folignate-Spoletino; territorio della provincia di Terni). Un unico bacino favorirà una integrazione modale ottimizzando l'organizzazione e l'offerta dei servizi di mobilità. La prospettiva azienda unica-bacino unico consentirà anche di realizzare importanti economie. “In questo primo anno – ha fatto sapere Moriconi - sono state realizzate economie che superano 3milioni di euro. Moriconi ha sottolineato il ruolo estremamente importante della mobilità alternativa: su tutti ha menzionato il caso di Spoleto “dove il progetto di mobilità alternativa senza auto prevederà la possibilità di spostarsi in tutta l'area del centro storico della città senza automobili e senza mezzi pubblici tradizionalmente intesi. Sono progetti di grande valore non solo trasportistico, ma ambientale. Il presidente di Umbria Mobilità ha anche evidenziato “l'importante ruolo
rivestito dai privati, che oggi coprono circa il 10 per cento dei servizi”.

L'unificazione del trasporto pubblico locale è stata giudicata “una operazione strategica e utile” anche dall'amministratore unico di Minimetro spa, Nello Spinelli, purché – ha sottolineato - “vengano determinate
precise economie di scala ed obiettivi certi rivolti verso benefici reali per i cittadini utenti”. Spinelli ha ricordato quindi che “Minimetrò spa ha come socio di maggioranza il Comune di Perugia (70 per cento), il 30 per cento appartiene ad Umbria mobilità e altri, ed è stata istituita per progettare, costruire e gestire la mobilità alternativa a Perugia”. L'opera infrastrutturale è comunque ancora incompleta. Minimetrò spa, in
sostanza, svolge un servizio per conto del Comune di Perugia il quale, per far fronte al contratto di concessione, spende quasi tre milioni di euro all'anno. Minimetrò spa copre direttamente oltre il 35 per cento dei costi di gestione attraverso i biglietti, “a differenza di una media nazionale – ha osservato Spinelli - che si aggira sul 30 per cento. La struttura operativa è composta da 15 dipendenti che garantiscono il servizio per circa 3 milioni di passeggeri all'anno (9 mila al giorno). Nel piano economico finanziario dei prossimi tre anni, è previsto un incremento del numero dei passeggeri fino a 3milioni 500mila all'anno.

Numerosi gli interventi dei consiglieri regionali a margine delle due audizioni. Franco Zaffini (Fare Italia) ha rilevato “l'aumento del 50 per cento del biglietto (1,50 euro) su Perugia” e di come “la razionalizzazione del servizio del trasporto pubblico non ha portato sostanzialmente benefici ai cittadini”. Paolo Brutti (Idv) ha puntato il dito, tra l'altro, sugli “altissimi costi della manutenzione del minimetrò, superiore a quello della ex Ferrovia centrale umbra”. Brutti ha anche invitato il presidente di Umbria Mobilità a fare una attenta valutazione sui costi di gestione della gomma e del ferro, poiché, ha detto “un autobus costa 2 euro a chilometro, il treno 6 euro”. Il consigliere Rocco Valentino (PdL), dopo aver auspicato “un migliore funzionamento del minimetrò” ha chiesto “come mai il Comune di Perugia continua a pagare la realizzazione del progetto se per l'infrastruttra vennero messi a disposizione fondi statali per 170 milioni di euro?”.

Critiche sul funzionamento del minimetrò sono state esplicitate anche da Massimo Monni (PdL) che, tra le altre criticità, ha puntato il dito sull'”inadeguatezza delle infrastrutture intorno ad alcune stazioni e sui criteri inerenti il funzionamento dei biglietti”. Monni ha anche auspicato il funzionamento del minimetrò nelle ore notturne. Massimo Mantovani (PdL), in merito alla ferrovia, ha espresso dubbi sulla “ragione d'essere del tratto Perugia-Terni della ex Fcu”.

Nel rispondere ad alcune domande, il presidente di Umbria Tpl Mobilità, Moriconi, dopo aver ribadito che “il progetto di integrazione determinerà economie complessive di gestione”, in riferimento ai costi della ferrovia, ha precisato che, essendo molto più basso il costo di gestione della gomma, nelle fasce con più bassa domanda per la ferrovia, è necessario l'uso dell'autobus. Sul tratto ferroviario Perugia-Terni, il presidente di Umbria Mobilità ha sottolineato la necessità di investimenti per il miglioramento dell'infrastruttura. Ha fatto quindi sapere che per il tratto Massa Martana-Acquasparta sono necessari 5,5 milioni di euro e che sono stati riattivati i progetti di completamento (5,5 milioni di euro) per il tratto
Cesi-Terni. Moriconi, in conclusione, ha evidenziato un aspetto particolarmente preoccupante: “Il gap tra l'incremento dei corrispettivi ed i costi di gestione sta diventando insostenibili”. Il riferimento del presidente non riguarda il personale (“ad oggi, dopo l'unificazione, non è stato sottoscritto alcun accordo”), ma  l'incremento del 25-30 per cento dei costi del carburante (gasolio e metano) e della crescita dei tassi di
interesse.

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