Trafomec: quinto giorno di presidio davanti ai cancelli
Siamo al quinto giorno consecutivo di presidio davanti ai cancelli della Trafomec di Tavernelle da parte degli ex lavoratori che protestano per il mancato rispetto degli accordi sottoscritti. Anche oggi, 7 febbraio, circa 30 operai, attualmente in mobilità con assegni inferiori agli 800 euro mensili, stanno presidiando i cancelli. “Continuano a farlo – spiegano i sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Ugl metalmeccanici che li affiancano nella mobilitazione – perché chiedono di avere tutte le spettanze previste dall’accordo, che diventano ogni giorno più vitali per la sopravvivenza delle loro famiglie”.
Intanto, in un comunicato diramato ieri, 6 febbraio, l’azienda Trafomec Europe ha preso le distanze dalla vicenda, tirandosi fuori e rimettendo tutte le responsabilità alla vecchia proprietà. “Un atteggiamento inspiegabile ed irresponsabile – commentano le organizzazioni sindacali – che finge di non tenere conto degli accordi pregressi, dei tavoli regionali, dei numerosi incontri e delle dichiarazioni rilasciate in ogni dove sulla volontà di farsi carico di quanto legittimamente rivendicato dagli ex dipendenti”.
“Ancora una volta – concludono i sindacati – richiamiamo l’attenzione delle istituzioni, Regione in primis, su questa vicenda ormai drammatica, che non riguarda soltanto i 60 ex dipendenti e le loro famiglie, ma un intero territorio, il cui destino è legato a doppio filo al futuro della Trafomec e dunque al rispetto degli accordi presi”.
Lunedì
09/02/15
10:49
Il bene più grande di un territorio non é solo la qualità dei "lavoratori", ma soprattutto il numero e la qualità dei suoi "imprenditori".
I lavoratori si possono sempre formare, ma la vocazione imprenditoriale non si apprende. O c'é o non c'é!
Il nostro tessuto artigiano, commerciale e libero professionale è il nostro vero patrimonio, perché solo favorendo le condizioni per attirare e fare rimanere in zona questi uomini si determina lo sviluppo del territorio e se ne valorizzano le risorse (uomini, prodotti e ambiente...).
Solo se vi sarà che sa cogliere le opportunità imprenditoriali, si genereranno posti di lavoro e benessere per tutti gli altri.
Certo che tutto va normato perché nessuno si approfitti della sua posizione di "forza contrattuale" ma con elasticità, avendo ben chiaro il fine che spesso richiede a tutti sacrifici transitori, che comunque vanno concordati (é per questo che ci si organizza in uno Stato).
Se perdiamo o indeboliamo il nostro tessuto imprenditoriale prima o poi crollerà tutto il resto, perché le sovvenzioni pubbliche non sono una soluzione duratura.
Non, "più lavoro" dovrebbe essere lo slogan, perché coglierebbe solo l'effetto desiderato, ma "più imprenditori" che invece coglierebbe la premessa necessaria perché l'effetto si possa concretizzare!
Se imprenditori non ci sono, allora intervenga la Regione investendo nei settori strategici e "virtuosi" perché di fronte ad opportunità di guadagno anche gli imprenditori locali più prudenti si organizzino per coglierle.
E' sulla individuazione di questi settori che la politica dovrebbe dare indicazioni e fare le sue scelte strategiche, prima che non ci siano più imprenditori in zona perché se ne sono già andati in luoghi ove la loro funzione sociale viene riconosciuta e promossa e non criminalizzata.