(Di Ciuenlai) - La corsa per il sindaco di Perugia comincia a prendere corpo . Correnti, consorterie, gruppi di potere delle due principali coalizioni sono in movimento, fermi da mesi per le le elezioni politiche, stanno cominciando a mobilitare le loro truppe e  le loro conoscenze. Il tutto per una tornata particolare che vedrà entrambe le parti, per l’impossibilità di ricandidare Romizi, impegnate alla ricerca del candidato vincente. Vediamo il dettaglio :

CENTRODESTRA – “Radio Scarpa” segnale che l’attuale maggioreanza “si sarebbeportata avanti nel lavoro”. Anzi c’è chi giura che abbia già chiuso risistemando le caselle sulla base dei nuovi equilibri che hanno spostato dalla Lega a Fratelli D’Italia l’asse centrale del “Polo”. Il nuovo assetto sarebbe questo. : Il Sindaco Romizi , attualmente in Forza Italia, Presidente della Regione , L’assessora Margherita Scoccia di FDI candidata sindaco nel capoluogo e la Tesei in Palamento. Alla Lega rimarrebbero i comuni di Terni e di Foligno. Il passaggio ai berlusconiani del più alto scranno di Palazzo Donini farebbe parte di una nuova ridistribuzione delle Presidenze regionali nel territorio nazionale, che niente avrebbe a vedere con le dinamiche locali. Sopratutto accontenterebbe, alla grande, Andrea Romizi, personaggio considerato da molti  ”Borderline” tra i due schieramenti, il cui spostamento potrebbe determinare la sconfitta o la vittoria della destra a Perugia. E che qualcosa è successo lo dimostra il fatto che l’elemento di  possibilecollegamento con il Pd e cioè la candidatura, via Vescovato,  dell’Assessora Edy Cicchi in un “campo larghissimo” formato dai democratici, sinistra, civici e trasfughi del centrodestra, è scomparsa dai monitor della politica cittadina. Anzi viaggerebbe in direzione “uguale e contraria”. Ci sono chacchiere di una sua possibile marcia verso la Meloni. uesto quadro, raccontano sedicenti gole profonde, avrebbe avuto la luce nell’immancabile sede delle decisioni politiche di questo periodo.

Una cena naturalmente. Unica contraria dei convitati sarebbe stata la Tesei. Non ci sono però conferme (ma neanche smentite). Per diversi personaggi illustri di questa parte  sarebbero solo voci  e iniziative per tranquillizzare Romizi e un diversivo per arrivare, a tempo debito, al vero obiettivo e al vero candidato Sindaco. Il nome che viene sussurrato sarebbe quello dell’attuale Amministratore di Sviluppumbria Michela Sciurpa.

PD E DINTORNI – Qui siamo indietro. Intanto manca ancora la coalizione . Obiettivo sul quale si sta spendendo in prima persona il segretario comunale democratico Sauro Cristofani. Per il resto è buio pesto. E, per come stanno andando le cose, non è escluso che questa galassia possa partorire più di un candidato.  I famosi 30 saggi del centrosinistra (la creatura che sarebbe stata partorita da Alberto Stramaccioni) e gli organismi dirigenti piddini non hanno ancora un’idea sulla quale lavorare fin da subito.

Scartata la suggestione Edy Cicchi ,l’unico che in campo e che avrebbe sciolto gli ormeggi sarebbe Mauro Agostini. I suoi avversari vengono quotidianamente informati della lunga serie di  incontri , cene, pranzi, aperitivi e scampagnate varie che l’ex segretario regionale del Pci starebbe organizzando e consumando in queste settimane. Al successo della sua candidatura non crede nessuno.

Ma il suo attivismo marca la presenza di due fronti e di diversi “cani sciolti” (i Fora ed affini) in quel “campo largo” (unica  possibilità di poter competere con la destra) di cui sempre si parla e che mai si realizza. C’è chi legge quindi questa campagna “agostiniana” come l’apertura di una offensiva che possa portare , alla fine, all’estrazione dal cilindro “progressista” di un nome “nuovo e competitivo”.

Ma prima bisogna far provare ad  Agostini, smorzare le presunte ambizioni di Francesco Menichetti, per arrivare al terzo uomo , Anche qui c’è già un nome . Si tratterebbe di Marco Hromis . Si lo so il soggetto ha molti avversari nel Pd, ma chi lo sostiene conta di farlo passare per quella specie di forche caudine che sono le primarie. Il marchio del Pd che oggi terrorizza la sua dirigenza. E qualcosa indica che non si tratta solo di chiacchiericcio di fondo.

Quello che molti consideravano lo Schlein Perugino, che si è battuto con il suo ed altri circoli contro la nomenclatura del Pd, ha deciso, spiazzando molti,di appoggiare Bonaccini.  Qualcuno l’ha presa male e ne hanno timore “sanno bene i suoi amici – dice un suo oppositore – che un candidato della minoranza non passerebbe mai e si adeguano di conseguenza”. Che dite;  troppa cattiveria e troppo voli pindarici per una disputa che non è ancora neanche cominciata? O è gia finita davvero?

 

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