La città di Todi ospiterà sabato 22 marzo una importante giornata di formazione gratuita, rivolta a docenti e genitori, sul tema “Social media, ragazzi e cyber bullismo”. L'iniziativa, che vede il patrocino del Comune di Todi e degli istituti d'istruzione cittadini, è promossa da Stati Generali dell'Innovazione e da Wister (Women for Intelligent and Smart TERritories), associazioni impegnate a livello nazionale sui temi delle nuove tecnologie e della parità di genere. Il seminario si propone come un momento di confronto, informazione e formazione sul complesso rapporto tra ragazzi e social media, oltre che su una problematica molto sentita come il cyber bullismo percepito dal 69% dei minori italiani, secondo il rapporto Ipsos per Save The Children,  come la principale minaccia sociale del loro tempo, addirittura più della droga e dell'alcool.  A Todi, scelta per la sua posizione baricentrica, dodici esperte tratteranno il fenomeno delle molestie in Rete sotto il profilo sociologico, giuridico, psicologico, ambientale e psicologico e forniranno spunti di riflessione per fare da guida ai ragazzi, che passano su Internet in media 2-3 ore al giorno, soli, non monitorati e senza avere consapevolezza dei rischi al web. La giornata, il cui programma è consultabile sul sito www.wister.it, punterà a far emergere anche il lato positivo della Rete in termini di opportunità di lavoro, comunicazione e condivisione, a fronte però di una opportuna conoscenza, necessaria innanzitutto a genitori ed insegnanti per fare non solo da “sentinelle digitali” ma anche da “istruttori”.  Anche perché, spiegano gli organizzatori, l'opzione di ridurre l’uso o imporre il divieto dei social media da parte dei ragazzi al fine di limitare i rischi comporterebbe solo un peggioramento dell'esclusione digitale dell'Italia dal contesto europeo e mondiale. Ai partecipanti sarà rilasciato un attestato di partecipazione e consegnato un ebook edito da Garamond su “Introduzione al digitale e al social network” ed uno sulle cyber molestie. La partecipazione è gratuita ma con iscrizione obbligatoria su http://cyberbullismotodi.eventbrite.it .

SCHEDA: SOCIAL MEDIA E CYBER-BULLISMO IN ITALIA
Il 60% dei ragazzi in Italia è online tutti i giorni (o quasi) con una durata di connessione media di 2-3 ore al giorno. Di questi il 57% (età compresa tra i 9 e 16 anni) ha attivo un profilo di social networking, ma la conoscenza e l’'uso di accorgimenti tecnici per le impostazioni di sicurezza e privacy è relativamente basso: solo il 21% dei genitori predispone filtri e blocco ai siti e di questi solo il 15% tiene traccia della cronologia dei siti web visitati.  Gli effetti della mancata consapevolezza circa un uso corretto delle tecnologie diventano dati allarmanti sulle molestie on line. Secondo l'ultimo rapporto Ipsos per Save The Children, 4 minori su 10 sono testimoni di atti di bullismo on line verso coetanei, percepiti “diversi” per aspetto fisico (67%) orientamento sessuale (56%) o perché stranieri (43%). Il cyber bullismo è percepito dal 69% dei minori italiani intervistano come la principale minaccia, più della droga, dell'alcool e della possibilità di subire molestie da un adulto. Particolarmente esposte si sentono le ragazze, che alla domanda se c'è connessione tra alcuni recenti tragici fatti di cronaca e le molestie in Rete rispondono molto (33%) o abbastanza (48%).
I social network rappresentano la modalità d’attacco preferita dal cyber bullo (61%), che di solito colpisce la vittima attraverso la diffusione di foto e immagini denigratorie (59%) o tramite la creazione di gruppi “contro” (57%). C'è poi il fenomeno del "furto" di mail e messaggi privati resi poi pubblici (48%), l'invio di sms, mms e e-mail aggressivi e minacciosi (52% che sale al 61% nel caso di femmine preadolescenti) e la diffusione di notizie false sulla vittima (58%). Secondo i ragazzi il cyber bullismo arriva a compromettere il rendimento scolastico (38%), mina la capacità di socializzazione della vittima (65%) e porta a conseguenze psicologiche come la depressione (57%, percentuale che sale al 63% nelle ragazze tra i 15 e i 17 anni). Senza considerare che i fenomeni di molestia on line sono considerati dalla maggior parte dei ragazzi (83%) molto più dolorosi di quelli reali perché non ci sarebbero limiti a quello che si può dire e fare (73%), potrebbe avvenire continuamente e in ogni momento della giornata (57%) e non finire mai (55%). Secondo lo stesso rapporto per "il 50% dei ragazzi la rete rende anonimi e quindi apparentemente non perseguibili. La pericolosità del web inoltre deriva dal fatto che chiunque può avere accesso (32%) e i contenuti o le affermazioni fatte da altri sono più facilmente strumentalizzabili (34%)".

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