TERNI - Secondo appuntamento con la Stagione di Prosa 2018/2019 al teatro Secci di Terni. In scena da giovedì 15 a domenica 18 novembre Il “Racconto d’Inverno” di William Shakespeare, una produzione del Teatro Stabile dell’Umbria che vuole valorizzare gli attori e le risorse tecniche della regione. In scena gli attori della Compagnia dei Giovani, Mariasofia Alleva, Luisa Borini, Edoardo Chiabolotti, Jacopo Costantini, Carlo Dalla Costa, Giorgia Filippucci, Silvio Impegnoso, Daphne Morelli, Ludovico Röhl.

La regia è stata affidata ad Andrea Baracco,  regista riconosciuto e apprezzato anche per le sue messinscene di opere shakespeariane. Grazie alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia, la scena e i costumi sono realizzati dagli allievi del corso di scenografia, tenuto da Marta Crisolini Malatesta.

Racconto d’inverno apre anche la serie degli appuntamenti di “Prima dello Spettacolo”, gli incontri su autori e testi a cura del professor Lorenzo Mango, in programma venerdì 16 novembre alle 17 alla bct- biblioteca comunale Terni.

Il racconto d'inverno, insieme a Pericle, Cimbelino e La Tempesta, fa parte dell'ultima fase della produzione shakespeariana. I biglietti sono in prevendita al botteghino centrale del Caos tutti i giorni, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, e possono essere prenotati telefonicamente al botteghino telefonico regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita.
L'opera. E' una favola nera, narrata da un ragazzino di otto anni, il principe Mamilio, che ha per protagonisti due re, una regina, un vasto gruppo di nobili, un orso affamato, un furfante, una principessa che crede di essere una contadina, un principe che vorrebbe essere un pastore, una dama di compagnia che si mette al posto di un re, una statua di marmo che inaspettatamente prende vita; e poi balli pastorali e feroci processi a corte, morti improvvise e resurrezioni, mari in tempesta e cieli cristallini, tremende gelosie e ravvedimenti improvvisi.

La potenza di questo testo risiede proprio nel suo non volersi chiudere in un'unica, definitiva forma; nel suo essere una sorta di mostro a tante teste e dalle molte lingue, pieno di spazi bianchi e salti temporali, che obbliga il lettore e quindi poi lo spettatore ad abbandonarsi e lasciarsi sedurre dal gioco favolistico. Bisogna proprio voler ostinatamente credere all'incredibile se si vuole entrare tra le maglie di questo testo incandescente; testo in cui ricorrono molti temi tipicamente shakespeariani ma potenziati o comunque declinati in modo del tutto originale.

 

 

 

Condividi