TERNI - Sarà sciopero generale se non saranno date risposte concrete sul Fondo per la non autosufficienza. Il tema è stato affrontato nel corso dell’Assemblea organizzativa dei pensionati di Terni che si è tenuta questa mattina. “Chiediamo –ha affermato il segretario generale territoriale della Fnp Cisl di Terni Giulivo Scibinitti- una Legge quadro nazionale con misure organiche e uniformi su tutto il territorio nazionale, con principi e criteri operativi, orientamenti programmatici, tenendo conto che per noi resta valido il modello che prevede la domiciliarità. Oggi sono le famiglie che si fanno carico, soffrono insieme ai loro cari, si impoveriscono e si indebitano”.

Il welfare, secondo i rappresentanti della Cisl-Pensionati, deve essere tenuto in piedi anche in tempi di crisi e di bilanci comunali ridotti all'osso:“Reperire le risorse per impiegarle nel sociale è possibile: attraverso la lotta all’evasione fiscale di prossimità attraverso un coinvolgimento attivo dei comuni e dell’agenzia dell’entrate e attraverso la lotta agli sprechi della politica”. 


Il segretario generale territoriale della Cisl di Terni Faliero Chiappini, presente all’incontro, ha sottolineato la necessità di mettere insieme risanamento e sviluppo, in un’ottica di competitività del territorio. “Nei bilanci comunali, in primo luogo in quello di Terni, dobbiamo individuare le priorità, ossia il sociale che rischia di essere un grave problema per i prossimi anni”. Chiappini e la Cisl di Terni continueranno ad impegnarsi sul mantenimento dei servizi da un punto di vista quantitativo e qualitativo. Preoccupazione dimostrata nell’intervento del segretario per la disoccupazione giovanile al 35 per cento. “Il ceto medio si sta impoverendo –ha spiegato- e le questioni del lavoro, della riduzione della pressione sul lavoro dipendente e sulle imprese e del rilancio dei consumi divengono di primaria importanza. Le difficoltà dell’industria del territorio, in particolare la vertenza del Polo chimico, è in una fase stringente ed ha bisogno di risposte in grado di un rilancio industriale del sito. Su questo terreno è fondamentale un’azione forte di livelli istituzionali e un impegno straordinario del Governo per una chiusura positiva del progetto Novamont. La questione TK, con lo spin off annunciato dal Gruppo, necessita di un percorso, e di alleanza che permettano l’apertura di un tavolo in sede di Presidenza del consiglio. Questo ci deve permettere di acquisire garanzie di prospettiva sugli assetti industriali ed occupazionali”.
 

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