TERNI – E’ stata recentemente rifinanziata la legge per agevolare la conciliazione famiglia-lavoro. Lo rende noto la Provincia di Terni, assessorato alle Politiche del Lavoro, che in una nota ricorda le principali peculiarità del provvedimento. Si tratta di contributi a fondo perduto destinati ad imprese che, per facilitare il rapporto lavoro-famiglia dei dipendenti con carichi familiari, presentino progetti di flessibilità come telelavoro, lavoro a domicilio, banca delle ore, orario flessibile, orario concentrato, flessibilità dei turni, piani formativi e infine servizi salva-tempo o di supporto alla conciliazione (voucher baby sitter o convenzioni con strutture che si occupano di accudire i figli minori o gli anziani non autosufficienti). Il nuovo regolamento appositamente stilato prevede anche il finanziamento di progetti, interventi e servizi innovativi anche attraverso l’attivazione di reti tra enti territoriali, aziende e parti sociali.

Sono inoltre previste misure distinte a favore dei lavoratori dipendenti e autonomi. In base alla nuova disciplina, il 90% delle risorse annualmente disponibili è riservato al finanziamento di datori di lavoro privati, oltre che alle aziende sanitarie locali e alle aziende ospedaliere, anche universitarie, che intendano attivare, in favore dei propri dipendenti, le possibilità previste dal regolamento. Il residuo 10% delle risorse è invece destinato al finanziamento di titolari di impresa, liberi professionisti e lavoratori autonomi che abbiano l'esigenza di farsi sostituire, in tutto o in parte, nell'esercizio della propria attività da un soggetto in possesso di adeguati requisiti professionali, autonomamente selezionato. Questa misura può essere attivata esclusivamente per esigenze legate alla genitorialità e per un periodo massimo di 12 mesi. Ogni progetto aziendale può essere finanziato fino a 500.000 euro, mentre i lavoratori autonomi con esigenze di conciliazione possono chiedere finanziamenti fino a 35.000 euro. La prossima scadenza è prevista per il 28 ottobre.

“Questa misura – afferma l’assessore provinciale alle Politiche del Lavoro Fabio Paparelli - può aiutare le imprese a programmare un’organizzazione del lavoro che favorisca la conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare. Si tratta di un intervento quanto mai significativo per le caratteristiche del mercato del lavoro di questo territorio che favorisce il permanere delle donne in un’occupazione stabile. I dati del ministero del lavoro dicono invece che ancora oggi tante donne, dopo la nascita del primo figlio, rinunciano o perdono il proprio lavoro”. “Raggiungere l’obiettivo della conciliazione tra famiglia e lavoro – commentano la consigliera di Parità della Provincia di Terni Raffaella Chiaranti e la consigliera supplente Barbara Bittarelli - può avvenire solo con la scelta consapevole di tanti soggetti, istituzioni, imprese, forze sociali, che una cultura aziendale diversa è possibile, una cultura che non costringa le donne a dover rinunciare ad un pezzo di sé. Questo è uno degli scopi del patto per l’occupazione femminile che l’amministrazione provinciale ha firmato con tutte le forze sociali e che occorre rendere praticabile”.

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