TERNI - “Voglio innanzitutto esprimere rispetto a quei consiglieri di maggioranza che non se la sono sentita di avallare un’operazione per molti aspetti spregiudicata pronta a barattare la strategicità di un servizio fondamentale come quello idrico per piccoli interessi – dichiara il capogruppo di Senso Civico Alessandro Gentiletti – secondo il quale il Consiglio comunale nel quale era stato inserita d'urgenza all'ordine del giorno l'autorizzazione ad ASM a vendere il 15 % delle quote che detiene nella SII ad Umbriadue, non si è svolto perché la maggioranza non era presente per garantire il numero legale e questo è avvenuto perché i consiglieri non erano stati messi nelle condizioni di essere protagonisti ma meri esecutori di decisioni assunte in altri luoghi. 

A fronte di un tema estremamente complesso e con molteplici risvolti, non solo politici, ma soprattutto tecnici, giuridici ed economici, la maggioranza non ha garantito il numero legale. Il fatto è di estrema gravità politica e non può essere in alcun modo sottaciuto o non affrontato. La città ha già pagato fin troppo nel passato a causa di situazioni analoghe di paralisi politica. Si attende da tempo ormai la nomina dei nuovi assessori su deleghe cruciali come la scuola, l'università, l'urbanistica, l'edilizia e i lavori pubblici. Si attende ora che il sindaco e la Giunta dicano con estrema chiarezza al Consiglio comunale e alla città che cosa vogliono fare per la gestione di tutte le partecipate ad iniziare da Asm, che cosa vogliono fare per la a gestione di servizi che hanno una ricaduta pesantissima sulle tasche e sulla salute dei Ternani, quale lo smaltimento dei rifiuti, la gestione dell’acqua e delle forniture energetiche”.

“Noi chiediamo – prosegue Gentiletti - che in Consiglio vengano portati i piani industriali, progetti di sviluppo delle aziende pubbliche che siano realmente capaci di coniugare occupazione, tariffe contenute, ricadute ambientali sostenibili. Non è con la vendita a soci privati del patrimonio aziendale della città che si risolvono i problemi, non è con accordi in stanze ristrettissime che si ridà dignità ad una città che da tempo chiede un reale e profondo cambio di passo nella salvaguardia dei suoi interessi collettivi e strategici”. 

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