PERUGIA - “L’Assessore ha affermato di aver approfondito la questione sotto i vari aspetti e di voler impegnarsi a cercare una linea di azione comune con le altre Regioni coinvolte, le quali per la verità, per quanto riguarda le Marche, l’Abruzzo e la Puglia, si sono già espresse con provvedimenti molto chiari di avversione al progetto. L’assessore ha inoltre affermato di ritenere del tutto probabile che, a questo punto, sussistano le condizioni per le quali anche la Regione Umbria esprima la propria contrarietà al progetto e chieda una soluzione alternativa”. E’ quanto si legge in una lunga nota stilata congiuntamente da Comitato Interregionale No Tubo, Cai Club Alpino Italiano Gruppo Regionale Umbria, Gruppo di Intervento Giuridico, WWF Umbria; Comitato Civico Cascia, Mountain Wilderness Italia, nella quale si rende conto di un incontro avvenuto ieri in regione, sollecitato dagli stessi scriventi alla presidente Marini, che aveva per oggetto il noto progetto della SNAM retegas, che vorrebbe far transitare un supermetanodotto sui crinali dello spartiacque dell’Appennino attraversando per di più un gran numero di corsi d’acqua (più di trenta solo in Umbria).

 

Uno sterro enorme largo tra i 18 e i 40 metri, lungo 700 km. dalla Puglia a Bologna. Inutile dire che si parla di territori di enorme valore paesaggistico, storico, turistico, tanto che gli stessi servizi tecnici della Regione parlano esplicitamente di “ripristini impossibili”, “danni durevoli per secoli”, “danni irreversibili, “pregiudizio per l’immagine stessa delle Regione” e chi più ne ha, più ne metta.

Fortissime le ripercussioni sul piano geologico, sulla circolazione delle acque nel sottosuolo e in superficie e infine sul piano della sicurezza, dato che il tracciato ricalca l’areale di massimo grado sismico della penisola quello, per capirci, in cui si sono verificati i più disastrosi eventi degli ultimi anni.

 

Una piacevole svolta ecologista, che confermerebbe una diversità di atteggiamento nei confronti delle posizioni da lui espresse in un passato anche recente, quella dell’assessore all’ambiente Rometti, che giunge dopo la “disponibilità”, a certe condizioni (in particolare se si dovesse accelerare nel ternano il processo di raccolta differenziata dei rifiuti) a riconsiderare persino l’impiego dell’inceneritore di Terni quale strumento per chiudere il processo di smaltimento, palesata al locale Comitato Inceneritori Zero.

 

Un’apertura sicuramente indotta dalle argomentate motivazioni propostegli dai suoi interlocutori nel fare il punto “politico” della situazione.

E’ ormai lunghissimo – gli hanno ricordato in particolare - l’elenco degli enti territoriali che, in seguito alle proteste e preoccupazioni dei cittadini si sono allineati nell’opposizione “all’opera”. Da ultimo il comune di Foligno, con un atto molto netto avverso il metanodotto, votato quasi unanimemente dal Consiglio Comunale. Un’unanimità che costituisce una costante negli atti di opposizione dei vari enti disseminati sui quasi settecento km. individuati dal progetto.

 

Rometti ha comunque tenuto a rimarcare percorsi tecnico-amministrativi non sempre allineati con gli atti di carattere politico, al che Associazioni e Comitati dopo aver preso atto dell’orientamento dell’assessore, hanno puntualizzato il fatto che, in tutti i casi il primato spetta agli eletti dal popolo, ovvero che le decisioni finali sono sempre di natura politica. Di conseguenza eventuali incongruenze tra i meccanismi tecnico-amministrativi e i percorsi politici non possono costituire una detrazione di responsabilità per chi è chiamato ad amministrare.

 

“Vogliamo ricordare – hanno anche argomentato al riguardo - che la Regione Umbria, nella persona della Presidente, ha firmato un patto per la tutela e la salvaguardia della Biodiversità avviando così il primo Osservatorio sulla Biodiversità in Italia”. E di Biodiversità in pericolo ce ne sarebbe a iosa qualora il pernicioso progetto della SNAM non venisse fermato.

 

Infine, Comitato e Associazioni hanno annunciato all’assessore di aver già iniziato a pianificare una serie di azioni sul territorio da attuarsi nell’immediato e finalizzate alla ulteriore informazione e sensibilizzazione della popolazione umbra, specie quella dei luoghi interessati. Siano dunque all’annuncio di una possibile “guerra” politica, un pericolo da evitare anche questo.

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