Superbonus 110 e povertà
La destra dimentica volutamente, nella sua critica al Superbonus 110, i 352mila cantieri, di cui il 43% riguarda i condomini.
Gli effetti del Superbonus intervengono anche sulla questione sociale e su quella sanitaria. Ridurre il fabbisogno energetico delle abitazioni è un modo per contrastare la “povertà energetica”, perché esiste una stretta relazione tra efficienza energetica delle abitazioni e salute delle persone. I cittadini in condizioni di povertà energetica vivono in abitazioni troppo fredde d’inverno e troppo calde d’estate. Tra di essi, hanno un’alta incidenza malattie come quelle cardiovascolari e respiratorie, chiaramente legate anche alla cattiva termoventilazione delle abitazioni.
L’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha calcolato che gli interventi del Superbonus 110 producono un risparmio di 3 miliardi nei consumi energetici; oltre alle ospedalizzazioni evitate, o che saranno evitate, e all’abbattimento del costo delle bollette, con i relativi risparmi, impiegabili per altre necessità. Tutto questo come lo valutiamo, positivamente o negativamente? Ovviamente, positivamente.
Il Superbonus 110 poteva e doveva essere progressivo e più selettivo, ma un conto è rivederlo, salvandone la sostanza, un conto è abrogarlo, condannando i poveri a vivere in abitazioni inefficienti. La povertà energetica è una questione eco-sociale, perché l’accesso all’energia s’intreccia con la qualità dell’abitare, con la possibilità di usufruire di elettrodomestici, con la qualità dell’ambiente, la salute e il diritto a usare energia pulita.
La povertà energetica è certamente una questione di reddito, ma oltre al reddito sono rilevanti le condizioni energetiche delle abitazioni, le pratiche di consumo degli abitanti, la consapevolezza rispetto alle opportunità di ridurre i consumi e di pagare meno energia, le politiche del verde pubblico, la cura delle relazioni di prossimità.
È stato istituito nel 2022 un “Osservatorio nazionale della povertà energetica”, ma guarda caso è rimasto lettera morta, e questo è il metro di quanto la questione sia d’interesse per la politica.
(Tratto da uno scritto del prof. Giovanni Carrosio, di Legambiente)
La Redazione
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