“Il Consiglio regionale dell'Umbria esprime la propria condanna nei confronti delle stragi di civili perpetrate nella striscia di Gaza da parte del Governo israeliano e chiede contestualmente al Governo Italiano di assumere tale posizione nell'ambito della comunità politica internazionale, non escludendo la possibilità, già percorsa da altri Stati, di ricorrere alla cessazione delle relazioni diplomatiche con lo Stato di Israele”. È questa una delle richieste contenute nella mozione presentata dal consigliere regionale Damiano Stufara (capogruppo Prc–Fds), di cui viene richiesta la trattazione nella seduta dell'Assemblea legislativa già fissata per domani mattina.

Il documento ribadisce inoltre “la necessità di una pace giusta secondo la formula 'due popoli, due Stati', in coerenza con il riconoscimento dello Stato di Palestina deliberato dall’Assemblea delle Nazioni Unite il 29 novembre 2012, rimasto finora una mera dichiarazione di intenti”. E impegna la Giunta di Palazzo Donini “ad intervenire presso il Governo Italiano affinché si adoperi per richiedere un immediato cessate il fuoco, per impedire altri massacri di civili palestinesi e per l'apertura di un corridoio umanitario per portare viveri e medicinali alla popolazione della striscia di Gaza”. Nella mozione Stufara ricorda che “l'8 luglio 2014 è stata avviata da parte dell'esercito israeliano una massiccia operazione militare, denominata 'Protective Edge', all'interno della striscia di Gaza, un territorio indicato dall'Onu quale parte dello Stato di Palestina, nell'ambito del riconoscimento del suddetto Stato avvenuto il 29 novembre 2012.

L'intensità dell'attacco – aggiunge - è andata progressivamente aggravandosi con l'avvio di operazioni terrestri, con tragiche conseguenze sulla popolazione civile palestinese, che costituisce ad oggi oltre l'80 per cento delle vittime. L'azione militare del Governo israeliano, proclamata come operazione di autodifesa, si sta rivelando – osserva Stufara - un'aggressione in aperta violazione delle norme del diritto internazionale, suscitando crescente sdegno in tutto il mondo per l'efferatezza degli effetti sulla popolazione palestinese residente nella striscia di Gaza, già costretta da anni a vivere confinata, in condizioni di estrema privazione e sofferenza, e periodicamente oggetto di attacchi, come la precedente operazione 'Piombo Fuso' nel 2008-09, che pregiudicano la possibilità stessa della convivenza pacifica dei popoli israeliano e palestinese”.

Il consigliere regionale richiama poi la Costituzione Italiana, “che all'articolo 11 recita: 'L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni, promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo'”. E lo Statuto della Regione Umbria, “che all'articolo 4 'riconosce nella pace un diritto fondamentale della persona e dei popoli' e impegna la Regione stessa a concorrere 'con le istituzioni nazionali e internazionali, a promuovere la pace e la piena realizzazione della democrazia”, nonché a perseguirne le finalità “con iniziative legislative, di informazione, educazione e cooperazione'”.

Damiano Stufara riporta inoltre “la definizione di 'crimine di aggressione' adottata dalla Conferenza di revisione sullo Statuto di Roma della Corte penale internazionale svoltasi a Kampala nel 2010, la quale, seppur in attesa di ratifica, è da considerasi moralmente vincolate. Secondo tale definizione è da considerarsi crimine di aggressione la 'pianificazione, preparazione, inizio o esecuzione, da parte di una persona in grado di esercitare efficacemente il controllo o di dirigere l’azione politica e militare di uno Stato, di un atto di aggressione che, per carattere, gravità e portata, costituisce un’evidente violazione della Carta delle Nazioni Unite'. Va quindi ribadita – conclude - la necessità di un forte impegno a tutti i livelli per il rispetto dei fondamentali diritti umani violati unilateralmente dal Governo israeliano con l'operazione 'Protective Edge', diritti che costituiscono la condizione preliminare ed indispensabile affinché possa maturare un processo di pacificazione equo e duraturo fra i popoli israeliano e palestinese”.

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