PERUGIA - Il 5 ottobre scorso, presso la sala Dessau di Palazzo Murena, si riuniva l'ultimo Senato Accademico atto alla ratifica del nuovo Statuto: uno Statuto definito più volte poco democratico vista la scarsa tendenza all'elezione dei membri degli organi maggiori.

Si sono avvicendate le posizioni dei Ricercatori che l'hanno respinto in toto votando contrari all'approvazione, dei Presidi che per lo più lo giudicavano “perfettibile” ma valido, dei rappresentanti degli studenti critici in linea di massima, ma comunque responsabili nel loro agire.
La mancata approvazione dello Statuto, per quanto in termini assoluti potesse essere auspicabile, avrebbe determinato una serie di contingenze decisamente da evitare come ad esempio il commissariamento da parte del Ministero.

Le associazioni della sinistra hanno espresso profonde critiche e perplessità con accorate dichiarazioni di voto: “vista la condizione generale in cui versa l'Università e vista la necessità di investimenti sulla Ricerca, nonché di partecipazione comune alle decisioni riguardanti l'Ateneo, ci auguriamo che questo Statuto trovi momenti di rettifica e di miglioramento” dice Federico Fratini rappresentante in Senato per la Sinistra Universitaria-UdU.
“Mi auguro che il treno perso dell’elettività democratica possa essere ovviato in occasione della stesura di regolamenti attuativi. Chiedo responsabilità politica, civile e intellettuale nella speranza di poter trovare una strada di norme attuative quanto più condivise possibile” aggiunge Aurora Caporali Senatrice degli studenti per UP-Universitari Progressisti.
Anche la destra si pone scettica e dichiara le sue perplessità: “nel complesso lo Statuto è migliorabile in molte delle sue parti, ci auguriamo perfezionamenti futuri” dice il Senatore Federico Fornari.

Una valutazione va fatta: è indubbio che le rappresentanza studentesche siano uscite vincitrici dalla stesura dello Statuto, diversa è la sorte della rappresentatività dei Ricercatori che, purtroppo, non ha raggiunto i risultati sperati.

In attesa della risposta del Ministero l'Unipg attende la sua sorte: “Ave Ministro, morituri te salutant”.

Aurora Caporali
 

Condividi