“Mantenere il Dipartimento di emergenza-urgenza nel presidio ospedaliero di Spoleto, equa ripartizione dei primariati e dei servizi territoriali nei nosocomi di Spoleto e Foligno, condivisione con i rappresentanti delle associazioni dei cittadini degli interventi da fare, prima che diventino operativi”: sono le richieste illustrate nell'audizione in Terza Commissione da Sergio Grifoni, presidente di “Spoleto City Forum” (che raggruppa la gran parte delle associazioni di cittadini spoletini) e dal Tribunale per i diritti del malato, che lo scorso 10 ottobre hanno depositato in Consiglio una petizione con oltre 14mile firme chiedendo la salvaguardia dell'Ospedale cittadino e dei Servizi sanitari del territorio.

 

La richiesta del mantenimento dell'emergenza-urgenza nell'ospedale di Spoleto “scaturisce dal fatto – ha spiegato i promotori della petizione – che nella Asl 3 le due strutture ospedaliere sede di Dea costituiscono già da tempo un unico Presidio ospedaliero, quindi non stiamo parlando del mantenimento di un doppione ma della naturale prosecuzione del processo di integrazione e razionalizzazione delle risorse già intrapreso dalla Asl numero 3. Siamo già conformi ai principi di appropriatezza, integrazione e buon uso delle risorse, che hanno ispirato l'Esecutivo regionale nell'adottare le misure di riordino”.

 

In discussione, anche, il ruolo e le scelte fatte dai dirigenti sanitari: “a Spoleto è stata chiusa Anatomia patologica senza che vi sia alcun risparmio perché il personale era lo stesso – ha detto la coordinatrice del Tdm, Bianca De Angelis -, senza contare che adesso il materiale organico deve essere trasferito da Spoleto a Foligno”. Fa discutere anche la macchina per la risonanza magnetica di ultima generazione, “donata dalla Fondazione Cassa di Risparmio, ma i pazienti del territorio spoletino devono andare a Terontola perché funziona solo tre giorni alla settimana – è stato evidenziato – mentre da noi viene impiegata utenza da fuori regione”.

 

Il presidente della Commissione, Massimo Buconi, ha spiegato ai cittadini che la Riforma sanitaria in atto prevede una maggiore partecipazione attraverso il ruolo svolto dalle Conferenze dei sindaci, “proprio per ascoltare le esigenze dei territori”, e che “cambierà tutto, perché ci saranno due Asl con una forte individuazione dell'organizzazione dipartimentale”. Inoltre, “vi sarà una riorganizzazione di decine e decine di primariati e, nel nuovo scenario della sanità regionale le richieste dei cittadini avranno piena cittadinanza”.

 

Il consigliere Franco Zaffini (Fare Italia), ha sottolineato, a beneficio dei presenti, che il testo del nuovo Piano attuativo locale prevede già, all'articolo 5, strumenti di partecipazione, quindi ha esortato i rappresentanti della associazioni ad utilizzare quanto contenuto nella normativa per far sentire le loro ragioni, mentre il consigliere Luca Barberini (PD) ha detto che servirà “la capacità di applicare la legge da parte dei direttori generali, che dovranno essere più attenti alle richieste dei territori”, tesi condivisa da Paolo Brutti (IdV), ha sottolineato l'esigenza di seguire e verificare puntualmente la fase di attuazione dei provvedimenti che la Regione intraprende. Polemico, invece, Rocco Valentino (Pdl): “la petizione dei cittadini di Spoleto, presentata lo scorso 10 ottobre – ha ricordato – doveva arrivare in Commissione molto prima di oggi, quando siamo ormai al giorno prima del dibattito in Aula sul testo complessivo di Riforma sanitaria, mentre per settimane la Prima commissione, di cui non faccio parte, ha lavorato sulla Sanità. Per questo non ho nulla da dire ai cittadini di Spoleto perché non voglio prendere in giro nessuno, tanto Foligno farà man bassa di tutto”.

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