Sarà Villa Fidelia di Spello a fare da cornice all’unico festival europeo che si occupa di fotografia sociale e terapeutica. Approda in Umbria, dopo l’edizione toscana di Piombino dello scorso maggio, grazie alla collaborazione con la Provincia di Perugia che ha messo a disposizione lo splendido contenitore culturale spellano, il “Social Photo Fest”, otto giorni di mostre fotografiche, workshop ed eventi, che avrà luogo dal 10 al 18 novembre ’12. Due le articolazioni della manifestazione che corrispondono alle due diverse declinazioni di “fotografia sociale”: fotografia intesa come denuncia e riflessione e fotografia come terapia, come mezzo per dare voce a chi spesso viene dimenticato dalla nostra società.

 

La presentazione dell’evento è avvenuta questa mattina in conferenza stampa presso la sede centrale della Provincia per opera dell’assessore alle attività culturali Donatella Porzi e del direttore artistico del Festival Antonello Turchetti. Per Porzi si tratta del naturale approdo di un percorso virtuoso nel settore della fotografia sociale, iniziato nel 2010 dall’Amministrazione provinciale in collaborazione con l’Associazione “Luce grigia” e proseguito con progetti nazionali e europei ancora in corso. 28 le mostre fotografiche programmate al “Social Photo Fest”. La natura sociale del festival sarà rappresentata da mostre di fotografi che utilizzano la fotografia per raccontare storie (piccole o grandi che siano) che fanno riflettere, comunicare, comprendere, esplorare. In questa sezione: il gruppo Shoot4change con i lavori dell’italoamericano Angelo Merendino (The battle we didn’t choose) e di Jenn Ackermman (Trapped) e con l’appassionata visione di Antonio Amendola (Fracture zone: Afghanistan). Ma anche il Collettivo TerraProject, il bianco e nero di Pino Bertelli, i giocattoli di Gabriele Galimberti o l’intenso lavoro “Generationen” della fotografa tedesca Gundula Friese. Ed ospiterà il Progetto Inside Out/L’Italia sono anch’io.

 

Molto ricca la sezione dedicata alla fotografia terapeutica/fototerapia, con workshop, incontri pubblici, una giornata di studio che sarà l’occasione per confrontare esperienze, approcci e metodologie di una disciplina in costante evoluzione, mostre. Con il termine di Foto-Terapia si intendono tutti quegli interventi terapeutici nel corso dei quali uno psicoterapeuta, o un arte-terapeuta, utilizzano la fotografia per aiutare un paziente a risolvere un proprio problema. Con il termine Fotografia Terapeutica, si intendono invece tutti quegli interventi, più spesso messi in atto da persone che non sono terapeuti, miranti ad utilizzare la fotografia a scopi esplorativi, di auto-indagine, o di auto-consapevolezza. Con queste modalità, da qualche anno, la fotografia si è conquistata un posto di tutto rispetto nell’ambito dell’arte terapia, caratterizzandosi come un mezzo espressivo potente e di facile utilizzo, che si sta rapidamente diffondendo anche in Italia.

 

Il Festival ospiterà quindi Judy Weiser, psicologa di fama internazionale, fondatrice del PhotoTherapy Centre di Vancouver (Canada) e uno dei massimi esponenti mondiale di fototerapia; Cristina Nunez, artista e fotografa spagnola che ha elaborato il metodo The Self-Portrait Experience®; PhotoVoice, gruppo britannico che utilizza innovative tecniche di fotografia partecipativa all’interno di comunità svantaggiate; PSYForte Center, gruppo russo composto da foto terapeuti, psicologi, artisti che usano metodi innovativi basati su tecniche di fototerapia, fotografia terapeutica, videoterapia, digital storytelling; Sabine Korth, fotografa, artista, specializzata nel fotomontaggio. Con il suo metodo “FreeTransform” rielabora gli album di famiglia; Anna Fabroni, giovane artista italiana che, partendo da una esperienza personale, ha strutturato un metodo che utilizza l’autoritratto come modalità di indagine introspettiva. “Grazie a questo evento – ha commentato Porzi – ci riproponiamo al grande pubblico con un evento in cui la fotografia è terapia e al tempo stesso denuncia sociale e strumento di comunicazione anche per soggetti svantaggiati o emarginati. La scelta di svolgere la manifestazione a Villa Fidelia conferma ancora una volta come l’Ente sia fortemente interessato alla valorizzazione di questo contenitore culturale”.

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