PERUGIA - La solidarietà non riempie la pancia. Certamente fa piacere riceverne, aiuta psicologicamente a portare avanti la vertenza ma tutto si ferma qui. Questo è quello che sta accadendo agli “eroici” (così sono stati definiti da molti) lavoratori della Margaritelli spa di Mantignana, in assemblea permanente già da 15 giorni. Tanti attestati di sostegno appunto, forse qualcuno anche improprio, che però non hanno spostato di un millimetro la situazione.

È sicuramente da ammirare lo sforzo prodotto dalla Presidente Marini per l’istituzione di un tavolo regionale con le altre parti interessate, proprietà e sindacato, che però a tutt’oggi è vanificato dalla non disponibilità della proprietà stessa e di una sigla sindacale a sedersi per un confronto.

Per quanto riguarda la proprietà, se questo comportamento inizialmente poteva sembrare tatticismo per prendere tempo, adesso è chiaro che, se nei prossimi giorni non ci saranno sviluppi diversi, sarà palese la volontà di scaricare su una sola parte di lavoratori inefficienze ed errori gestionali. Senza tenere in minima considerazione la proposta avanzata dagli stessi lavoratori di una mobilità “volontaria” per scremare senza traumi la quota esuberi.

Per quanto concerne l’aspetto sindacale ormai è chiaro a tutti che, mentre a livello nazionale la segretaria Camusso minaccia lo sciopero per la difesa del vituperato articolo 18, a livello locale il segretario della Fillea Cgil di Perugia non fa niente per cercare di trovare uno sbocco positivo per la vertenza mantignanese. Che poi, è sin troppo ovvio, è una vertenza del gruppo Margaritelli se è vero il principio che i lavoratori sono tutti uguali.

In questa situazione di “melina” si avvicina pericolosamente il termine ultimo di legge per ritirare il provvedimento. I lavoratori di Mantignana sperano vivamente che non sia una scadenza meramente tecnica a troncare la loro attività lavorativa.

 

Claudio Torcolo

Circolo Rifondazione Comunista “Paolo Vinti” 

 

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