Soldi falsi per pagare il conto alle sagre, caccia alla banda

di Umberto Maiorca
PERUGIA - Soldi falsi, migliaia di euro, spacciati alle sagre del Perugino, in panetteria, al bar. Banconote false, di piccolo taglio, data in pagamento di filoni di pane o di strangozzi al tartufo, mentre il resto, denaro vero, finiva nelle tasche dei falsari. Due obiettivi con una mossa: incamerare denaro contante e mangiare a sbafo. È caccia alla banda in tutta la provincia di Perugia e fuori regione.
I carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica Mario Formisano, hanno già effettuato dei fermi e delle perquisizioni a carico di alcune persone residenti a Corciano e Perugia, ma di origini campane. Tre i fermi in particolare e il sequestro di 57 banconote da 20 e 50 euro, contraffatte e anche di buona fattura. In particolare il gruppo avrebbe speso denaro falso alle sagre di Santa Sabina, a Pila e a Migliano di Marsciano. Cifre importanti, dai mille ai 1.500 euro a serata. Per non destare sospetti il gruppo criminale ha invitato vari conoscenti a cena alla sagra e quando è giunto il momento di pagare ha spezzettato il conto. Così ognuno è andato a pagare 100 euro al massimo, fino a raggiungere i 1.500 euro spesi a Santa Sabina,in più cene nell'arco della settimana. Dividendo la spesa avrebbero dato meno nell'occhio e nella confusione tipica che si crea alla cassa di una sagra sarebbe sfuggita la contraffazione delle banconote. Lo stesso è accaduto con i 1.000 euro di Pila e i 1.200 di Migliano di Marsciano.
Questi i colpi grossi, ma la banda si era specializzata anche nella spendita di piccole somme. Una mattina quattro appartenenti al gruppo si sono presentati in una panetteria di Ellera di Corciano e, separatamente e a distanza di minuti, hanno comperato una filetta di pane o uno sfilatino, pagando con banconote da 20 euro. Portandosi via il pane e il resto in denaro buono. Alla domanda di un amico sul cosa se ne facessero di tutto quel pane uno dei quattro avrebbe risposto: «Come che facciamo, cambiamo i soldi, no?».
Nell'ambito dell'inchiesta sarebbero quattro le persone fermate, tre campane e una perugina (serviva un legame con il territorio, uno che conoscesse i posti dove spendere il denaro falso), ma l'inchiesta è ancora in corso e nuovi sviluppi sono attesi. Si guarda ad altre persone che avrebbero spalleggiato il gruppo fornendo auto per i trasferimenti, coperture, avrebbero indicato luoghi dove spendere il denaro falso o avrebbero partecipato direttamente allo spaccio di soldi. Gli investigatori guardano anche a fuori regione, dove probabilmente sono stati stampati i soldi, ma anche nel Perugino alla ricerca di matrici o stampi, carta speciale, reagenti chimici utilizzati per la contraffazione di monete, banconote false o solo parzialmente riprodotte e altro materiale in genere utilizzato per falsificare i soldi.
da Il Giornale dell'Umbria

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