Sisma, demolizioni quasi ultimate a Norcia
NORCIA - "Le demolizione e le messe in sicurezza sul territorio del comune di Norcia sono quasi giunte al termine: dobbiamo accelerare a Castelluccio prima che arrivi la neve": a fare il punto del dopo sisma a Norcia è il sindaco, Nicola Alemanno. "A Castelluccio - spiega - dobbiamo demolire un grande edificio che si trova sopra la zona del Cassero, un immobile complicato, la cui demolizione è fondamentale per procedere alle varie messe in sicurezza all'interno del borgo".
Complica la situazione anche la chiusura della strada 477 disposta dalla Provincia di Perugia fino al 28 febbraio 2018, per completare le opere di ripristino dell'arteria: "speriamo che non diventi un impedimento assoluto a portare a termine i lavori", dice Alemanno, pensando anche alla rimozione delle macerie. Nelle altre situazioni la questione demolizioni sembra invece più fluida.
Martedì
21/11/17
08:13
Linee strategiche del piano di intervento x Castelluccio (ing Ceci) BOZZA Ed1r3
1) Fare un rilevo esatto con i punti fiduciali per poter ricollocare le case sul perimetro originario (se non si individuano soluzioni viarie o funzionali che ne consiglino spostamenti).
2) Individuare un luogo dove procedere al deposito e al trattamento delle pietre riutilizzabili (le lavorazioni di ripulitura e smaltimento daranno lavoro a molti residenti e ai ristoratori).
3) Sistemazione temporanea degli alloggi (oggi ancora agibili) per adattarli ad ospitare gli operai delle imprese che realizzeranno i lavori.
4) Riprogettare l’INTERO PAESE con criteri antisismici, rispettando per quanto possibile il rilievo fiduciale. Il nuovo NUOVO DISEGNO urbanistico complessivo sarà impostato per ottenere la CARATTERIZZAZIONE storica e architettonica (un vero falso) in ragione delle funzioni individuate in un piano di sviluppo strategico che tenga presente e valorizzi le eccellenze locali. (Albergo, alloggi diffusi, taverne, sale ritrovo?). Il nuovo progetto dovrebbe tenere presenti i volumi da recuperare e anche le volumetrie attualmente possedute dei proprietari (uniformare l’impiantistica termica e i sottoservizi secondo i più moderni criteri di sostenibilità ambientale) e operare le inevitabili compensazioni volumetriche tra i proprietari e abbattimenti o anche le modifiche architettoniche degli edifici agibili che non si inserissero nel nuovo disegno architettonico cittadino.
5) Dividere il paese in quartieri e procedere agli appalti delle demolizioni e trasporto coordinato delle macerie al luogo di raccolta per il loro trattamento e reimpiego.
6) Ricostruire i sottoservizi con criteri moderni (parcheggi interrati sotto le case, teleriscaldamento, fibra?) .
7) Costruire le parti in elevazione seguendo il progetto. I lavori potrebbero essere affidati anche a imprese diverse ma coordinate da un unico responsabile, affinché ciascuna parte del paese sia abitabile e funzionale appena terminata.
Tempi? a mio parere dal progetto per alcuni edifici al massimo 3/4 anni. Per tutto con imprese coordinate, non più di 5/6 anni, poi tutto ritorna nuovo e antisismico per i prossimi secoli.
Il paese assume una caratteristica architettonica omogenea (seppure un vero falso) coerente con quella attuale.
L’intervento diventerebbe il primo esempio di applicazione della teoria del "vero falso" in contrapposizione al recupero "fedele" con miglioramento sismico adottato fino ad oggi.
Costi? Salvo verifica più approfondita, dovrebbero essere superiori a quelli dei recuperi dei soli edifici danneggiati (dipende dalla percentuale degli edifici agibili sugli inagibili), ma i nuovi edifici avrebbero una durata molto maggiore con servizi meno costosi per la gestione ammortizzandsi nei decenni. Inoltre si potrebbe agire in una economia di scala. Si tralasciano i vantaggi sociali.
I dettagli ai tecnici e ai giuristi.