Come si ricorderà, lo scorso 28 gennaio Sinistra per Gualdo aderì e partecipò al Primo Forum dei Comuni per i beni comuni, l'Assemblea costituente della rete degli amministratori locali impegnati nella difesa e nella promozione dei beni comuni intesi come patrimonio di tutti, fondamento irrinunciabile dei diritti e perno della democrazia partecipativa. Il Forum è stato il primo momento di una nuova stagione di riflessione e di confronto tra e negli Enti locali, i più prossimi ai cittadini, su come uscire dalla crisi economica, politica e culturale del Paese. Esso è servito ad affrontare questioni centrali come l'autonomia finanziaria degli enti locali, i beni comuni ed i servizi pubblici locali, il welfare, le politiche della mobilità e dei trasporti, il ciclo dei rifiuti e lo sviluppo sostenibile.

Le nostre Città, grandi e piccole, stanno infatti diventando i luoghi dove la crisi si abbatte con maggiore irruenza. Per questo la dimensione dei Comuni risulta non solo essere l'Ente di prossimità su cui si scatenano maggiormente le politiche di austerità e si subiscono i loro effetti sulle politiche e sui bilanci, ma anche il primo baluardo possibile di resistenza ad esse e il terreno di elezione per superare la crisi attraverso la difesa e la valorizzazione dei beni comuni, certo l'acqua e il patrimonio ambientale ma anche la salute, l'istruzione, la conoscenza ed i diritti sociali. Un baluardo per ricostruire un'alternativa alla crisi del liberismo, alla finanziarizzazione dell'economia e a quelle politiche decise a livello sovranazionale che intervengono direttamente e pesantemente sulla vita dei cittadini.

Questioni come quelle del rispetto o meno del patto di stabilità, del mantenimento dei servizi pubblici locali contro l'obbligo di privatizzazione, della tutela e del governo partecipato dei beni comuni, del taglio micidiale al welfare municipale sono centrali e da esse dipendono in larghissima misura le scelte che si troveranno a compiere le amministrazioni locali anche nel caso del nostro Comune. Il Forum per i beni comuni ha perciò rappresentato un'opportunità per rivendicare il ruolo delle autonomie locali e rilanciare un loro protagonismo sul terreno delle problematiche complesse e delle sfide che anche il Comune di Gualdo Tadino deve fronteggiare in ordine al mantenimento ed alla valorizzazione dei servizi pubblici locali, alla sua autonomia finanziaria, alle politiche per la gestione dei rifiuti e alla difesa della sua principale ricchezza comune: l'acqua.

La preziosa pagina scritta da oltre 27 milioni di italiani e italiane, oltre seimila i gualdesi, quella del referendum di giugno, impone a tutta la politica una duplice riflessione sulle istanze che attraversano il corpo sociale del Paese: la voglia di partecipare al governo che preme e pulsa dal basso, ma anche la necessità che siano difesi i beni comuni e i servizi pubblici dai processi di privatizzazione e liberalizzazione che, invece, li vorrebbero affidare alla speculazione del mercato, espropriandoli definitivamente dal controllo di chi deve esserne il solo e legittimo gestore: i cittadini. Troppo forte è il legame fra diritti e beni comuni, troppo forte è il legame fra beni comuni e la democrazia.

Nella nostra Città, su questi temi, ci sono diffuse sensibilità: basta pensare alla battaglia della comunità di Boschetto, all’esperienza del Comitato Pro Acqua, alla battaglia del Comitato No Cave, al recente sodalizio di quei cittadini impegnati nella ricostituzione della Comunanza Agraria dell’Appennino gualdese che si pone l’obiettivo di una gestione comunitaria e partecipativa (in comune) del patrimonio collettivo della nostra montagna, ai tanti cittadini che stiamo incontrando nel corso delle nostre iniziative a sostegno della petizione contro un nuovo centro commerciale e per il rifacimento dei giardini pubblici, entrambi predisposte con l’obiettivo di invertire la tendenza al declino economico e sociale di Gualdo, agli stessi lavoratori che si sono battuti per difendere il proprio posto di lavoro sposando le proposte di riconversione industriale ed economica da noi avanzate a più riprese.

Crediamo che riconoscere il valore e gli obiettivi di queste istanze e convogliarle entro una piattaforma politica ed amministrativa condivisa rendano l’alternativa ed un suo programma non solo delle possibilità ma dei fatti concreti, già in essere nella nostra Città.
L’adesione ufficiale del Comune di Gualdo Tadino è dunque un’occasione straordinaria per riaprire il dibattito politico locale e per dare corpo ad una nuova agenda amministrativa su cui tutti, maggioranza ed opposizione, siamo chiamati a confrontarci e a decidere. Sarebbe così un bene che da subito tutta la politica locale si riappropri di questa capacità ad intessere un confronto condiviso e produttivo per il bene comune dei cittadini e a condividere momenti di riflessione che possano saggiare le possibilità di un'alternativa a quelle politiche che, presentandosi come ineluttabili, calpestano beni comuni e diritti dei cittadini ed offendono spesso la democrazia, il bene più prezioso.

La possibilità che ci offre l’adesione al Forum dei Comuni per i beni comuni non solo risponde alle istanze più vive, attive, concrete e diffuse nella nostra Città, ma serve per inserire Gualdo nel contesto nazionale del confronto su tematiche e vicissitudini attualissime nella vita degli Enti locali e per costruire una rete con tutti quelli che hanno più a cuore la democrazia e i beni comuni. Scambiare e mettere a confronto esperienze, condividere progetti, predisporre programmi comuni non può che far bene al nostro Comune in quanto Istituzione ed amministrazione civile ed alla nostra Città nel suo complesso. Lo si fa con i gemellaggi a grappolo, crediamo che sia altrettanto doveroso farlo su un terreno politico ed amministrativo più concreto e più urgente, come quella della difesa dell’autonomia finanziaria dell’Ente locale, della difesa dei servizi pubblici locali, del mantenimento del welfare municipale, della promozione dei beni comuni, della partecipazione civile e della qualità della vita nella nostra comunità.

Nel consiglio comunale di venerdì prossimo abbiamo perciò voluto portare due proposte che possono dare concretamente il senso di un’inversione di rotta nella pubblica amministrazione locale. Entrambi hanno un valore fondativi e programmatico e l’adesione ai loro obiettivi ricostruirebbe un programma di impegni concreti per il bene della nostra Città. Con esse chiederemo che il consiglio comunale di Gualdo Tadino aderisca ufficialmente al Forum nazionale dei Comuni per i beni comuni, all’Associazione nazionale dei Comuni virtuosi ed alle loro piattaforme.

Per quanto riguarda il Forum, l’adesione del nostro Comune darebbe seguito a degli impegni concreti quali: la piena attuazione della volontà referendaria espressa lo scorso 13 giugno; il pieno riconoscimento politico, almeno nella forma della pubblicità sui siti comunali, che i referendum, lungi dal riguardare la sola acqua, impongono una moratoria nella liberalizzazione della gestione di tutti i servizi, nonché una critica al modello di sviluppo fondato sulle grandi opere e sulla concentrazione energetica; la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, tramite la verifica dei passi politici e giuridici necessari per restituire al Comune la gestione attraverso la costituzione di un’Azienda Speciale (noi ce l’avremmo già, l’ESA); il mantenimento dei servizi pubblici locali contro le alienazioni forzate di capitale pubblico previste nel Decreto Berlusconi-Tremonti del Ferragosto 2011 e nel Decreto Monti bis; l’assunzione degli atti necessari per l’eliminazione del 7% di «remunerazione del capitale investito» dalla tariffa idrica, nonché pieno sostegno giuridico e politico della campagna di obbedienza civile iniziata dal Forum dei movimenti per l’acqua; la denuncia della morsa insostenibile del Patto di Stabilità interno sulla finanza locale, e quindi sugli effettivi spazi di autonomia e autogoverno dei Comuni stessi; la campagna di rottura collettiva, condivisa e coordinata, dei suoi vincoli a partire dalla discussione e dal voto dei bilanci di previsione per l’anno 2012; la conseguente apertura di una vertenza conflittuale con il governo e il Parlamento nazionali per ottenere un allentamento dei suoi criteri applicativi, con l’obiettivo di escluderne, a partire dai bilanci dell’anno in corso, gli investimenti per le Aziende speciali e partecipate, per le spese per i servizi pubblici essenziali, per il welfare, la cura ecologica del territorio e la sicurezza delle scuole e degli edifici pubblici; la promozione di un processo costituente per un’Europa sociale, politica democratica e federativa, contro le attuali politiche dell’Unione e della Bce che stanno trovando nella revisione dei Trattati ulteriore conferma, come naturale e necessario terreno di sviluppo dell’iniziativa delle Autonomie locali per i beni comuni; il conseguente sostegno, anche tramite le relazioni già in essere nell’ambito dei gemellaggi, della stesura e della promozione della Carta Europea dei Beni Comuni; il pieno riconoscimento del lavoro come bene comune; l’impegno a fronteggiare il modello autoritario e antidemocratico di relazioni industriali in qualsiasi parte del territorio nazionale; l’obiettivo dell’introduzione del reddito di cittadinanza per un’uscita dalla crisi economica che parta dalla più equa distribuzione delle ricchezze; l’attiva prosecuzione del confronto iniziato con il Forum con i movimenti e le forze sociali che si battono per i beni comuni; il trasferimento senza onere alcuno ai Comuni, per la realizzazione di progetti di utilità sociale, di immobili e aree demaniali oggi inutilizzate; l’opposizione, in ogni possibile forma giuridica e politica, del cosiddetto federalismo demaniale come strumento di vendita e privatizzazione dei beni comuni; la moratoria di ogni alienazione di cespiti ed indizione di apposite assemblee pubbliche per deliberare sulla pubblica utilità di ogni eventuale progetto che comporti dismissione di cespiti di patrimonio pubblico, che gli amministratori riconoscono appartenere ai cittadini e non agli enti rappresentativi; il sostegno allo sviluppo di processi di democrazia partecipativa su scala locale e l’individuazione di nuovi istituti e figure che assumano una diretta responsabilità istituzionale nella promozione di un ampio processo di riconoscimento delle autonomie sociali e di diffusione del potere decisionale; l’incentivazione di tutti gli strumenti di democrazia diretta a livello locale (referendum consultivi, propositivi, abrogativi) estendendo i diritti di partecipazione ai migranti e ai sedicenni; il sostegno alla stampa indipendente e locale come bene comune, strumento indispensabile di democrazia, in quanto indispensabile per la formazione e lo sviluppo di quella cittadinanza attiva che è necessaria per qualunque progetto di difesa e cura dei beni comuni; l’implementazione di politiche di radicale conversione ecologica dei sistemi economici locali, improntate alla cura dei beni comuni nella produzione energetica, nello smaltimento dei rifiuti e nelle scelte di pianificazione territoriale; l’opposizione alla politica dell’incenerimento dei rifiuti per investire invece su cultura e prevenzione, riduzione e recupero, riuso e riciclaggio; il consumo di territorio zero, rinunciando a qualsivoglia forma di condono; l’impegno concreto e passi giuridici anche vertenziali, a partire dagli Statuti comunali, per il riconoscimento della cittadinanza e dei pieni diritti civili e politici per i migranti, anche tramite il ricorso all’istituzione della “cittadinanza municipale” in quanto prima possibile mitigazione delle conseguenze sociali di un modello di sviluppo fondato sulla guerra che enfaticamente si ripudia come immorale ed incostituzionale; il riconoscimento dei nuovi diritti di cittadinanza digitale, attraverso la promozione di Internet e Wi-fi gratuiti e pieno accesso online ai dati e alle informazioni che riguardano atti e attività dell’Amministrazione; l’intervento per riformare le istituzioni culturali locali, in termini coerenti con l’idea della cultura come bene comune, da governarsi sulla base di forme giuridiche partecipate; l’impegno a fronteggiare la progressiva privatizzazione delle Università pubbliche ed in generale di tutte le forme del sapere e della conoscenza; la modifica degli Statuti comunali al fine di inserirvi la nozione giuridica di beni comuni, così come definito dalla Commissione per la Riforma dei Beni pubblici (la cosiddetta Commissione Rodotà).

Per quanto riguarda l’adesione all’Associazione dei Comuni virtuosi, il Comune di Gualdo sarebbe tenuto ad intervenire a difesa dell’ambiente e a migliorare la qualità della vita dei cittadini. Gli impegni che ne deriverebbero sono i seguenti: l’ottimale gestione del territorio, all’insegna del principio ispiratore del “no consumo di suolo” (Opzione cementificazione zero, recupero e riqualificazione effettiva delle aree dismesse, progettazione e programmazione del territorio partecipata, bioedilizia, etc.); la riduzione dell’impronta ecologica della macchina comunale attraverso misure ed interventi concreti ed efficienti (efficienza energetica, acquisti verdi, mense biologiche, etc.); la riduzione dell’inquinamento atmosferico promuovendo politiche e progetti concreti di mobilità sostenibile (car-sharing, bike-sharing, car-pooling, trasporto pubblico integrato, piedibus, scelta di carburanti alternativi al petrolio e meno inquinanti, nel rispetto delle produzioni agricole locali, volta al soddisfacimento dei fabbisogni alimentari delle proprie comunità e della biodiversità, etc.); la promozione di una corretta gestione dei rifiuti, visti non più come un problema ma come risorsa, attraverso la raccolta differenziata “porta a porta” e l’attivazione di progetti concreti tesi alla riduzione della produzione dei rifiuti (progetti per la riduzione dei rifiuti e riuso, etc), in una politica che aspira al traguardo “rifiuti zero”; l’incentivazione di nuovi stili di vita negli Enti locali e nelle loro comunità, attraverso politiche e progettazioni atte a stimolare nella cittadinanza scelte quotidiane sobrie e sostenibili (autoproduzione, filiera corta, cibo biologico e di stagione, sostegno alla costituzione di gruppi di acquisto, turismo ed ospitalità sostenibili, promozione della cultura della pace, cooperazione e solidarietà, “disimballo” dei territori, diffusione commercio equo e solidale, banche del tempo, autoproduzione, finanza etica, etc), favorendo il più possibile l’autoproduzione di beni e lo scambio di “servizi”, sottraendoli al mercato per una società della sobrietà ispirata ai temi della de-crescita felice; il coinvolgimento dei cittadini, lo scambio di informazioni, di esperienze e di procedure tra gli enti soci, l'organizzazione di progetti e campagne nazionali, corsi di formazione, convegni, congressi; la collaborazione e l'organizzazione di iniziative comuni con altri enti ed associazioni che abbiano fini in armonia con quelli dell'Associazione.

Come è evidente, con le nostre due proposte si disegna un progetto di cambiamento per la nostra Città, un programma “in nuce” di un’alternativa al suo declino, un’idea di comunità che proprio sui beni comuni, sulla virtuosità della pubblica amministrazione locale e sulla partecipazione dei cittadini poggia le sue basi e ricostruisce il profilo della sua identità e del suo futuro. Non importa come andrà domani: è fondamentale sapere che un’altra Gualdo c’è ed è pronta a muovere la sua forza e le sue idee perché si renda possibile amministrare una Città nell’interesse generale. E’ questo il fondamento per restituire alla politica, anche a livello locale, credibilità e connessione col sentimento e le istanze più profonde dei cittadini ed è questo il miglior antidoto alla metastasi dell’antipolitica. Sarà questa l’ambizione che ispirerà Sinistra per Gualdo, per cambiare lo stato di cose presente nella nostra Città e perché la nostra Città possa dimostrare insieme a tante altre che un’alternativa c’è, sempre.

Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini


 

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