di Nicola Bossi

PERUGIA - La Sinistra è tornata. E lo ha fatto assestando due colpetti niente mali. Il capogruppo del Prc Damiano Stufara ha annunciato  la presentazione di una proposta di legge mirata ad abolire i
vitalizi per i consiglieri regionali. E subito dopo è andato a "colpire in porta" anche l'ex sindaco di Gubbio, ora vice-presidente del Consiglio, Orfeo Goracci, che ha sollecitato sia il presidente Marini che la maggioranza ad attuare quanto prima il Piano regionale dei Rifiuti per evitare che in caso di ritardi qualcuno tiri fuori il piano B: bruciare i rifiuti in eccesso nei cementifici in attesa di raggiungere una buona differenziata - 65% - e mettere in piedi il termovalorizzatore.

VITALIZI - la proposta Stufara

Il capogruppo del Prc-Fds, Damiano Stufara, è  entrato decisamente a gamba tesa sui costi della politica. Per evitare eventuali bizantismi ha chiarito ai colleghi che il prossimo 18 luglio - quando il Presidente Brega aprirà il dibattito su vitalizi e indennità - proporrà una abolizione totale. "Abolizione dei vitalizi, sia per i futuri consiglieri regionali, che per quelli in carica e per gli ex consiglieri che ancora non abbiano raggiunto i
requisiti di età per ricevere l'assegno. Riteniamo inoltre necessario che l'Umbria si faccia interprete di questa necessità proponendo al Parlamento ed alle altre Regioni di fare altrettanto e di uniformare le indennità dei
membri dei Consigli regionali d'Italia, a partire dal fatto che le indennità complessive percepite dai consiglieri regionali dell'Umbria sono le più basse del Paese". Una proposta che dovrebbe stoppare eventuali furbetti.

 

PIANO RIFIUTI - il rischio del piano B

Il vice-presidente Orfeo Goracci ha ricordato che la stessa presidente Marini  ha evidenziato "come nel campo dei rifiuti sia necessario dare un'accelerazione, sostenendo i territori nella raccolta differenziata, sviluppando i progetti per la riduzione dei rifiuti e assumendo le decisioni per la chiusura del ciclo. E sta qui uno dei punti maggiormente critici". Goracci poi ribadisce che al momento non solo si è lontani dalla percentuale di differenziata prevista dal Piano ma non si sa praticamente niente del progetto di fattibilità dell'impianto per il recupero energetico previsto in via prioritaria dal Piano regionale per giungere alla chiusura del ciclo. "Il rischio - spiega Goracci - che si vada verso una situazione di emergenza che faccia scattare la seconda opzione del Piano, quella di far ricorso ai cementifici, sembra sempre più forte e vicino. Il presidente di Confindustria Umbria, Bernardini, mensilmente, ormai da anni, ripete il suo mantra: 'abbiamo le ciminiere pronte'”.

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