di Stefano Vinti // associazione culturale Umbrialeft

Perugia, 12 agosto – Secondo il recente rapporto Istat sulle povertà, la ‘povertà assoluta’ nel 2019 in Italia coinvolge il 5,9% delle famiglie, nonostante abbia subito un calo del 9%, mentre è stabile il numero di famiglie in condizioni di povertà relativa, che nel 2019 sono poco meno di 3 milioni (11,4%) cui corrispondono 8,8 milioni di cittadini (14,7% del totale).

Il rapporto mette in evidenza che le famiglie in povertà assoluta tra le famiglie italiane con minori sono il 6,3%, mentre le famiglie con minori composte solo da stranieri passa dal 31% al 31’2%, in generale l’incidenza della povertà assoluta tra i cittadini stranieri residenti è del 26,9%.

La percentuale di famiglie che si trovano in povertà assoluta nel Mezzogiorno è del 8,6%, al Nord del 5,8% e al Centro del 4,5%.

Quindi, come era prevedibile il Reddito di Cittadinanza attenua, ma non sconfigge la povertà e le diseguaglianze, e per questo occorre avviare una mobilitazione per riformarlo, come suggerisce ‘Alleanza contro la povertà’, una rete di associazioni e sindacati: “... c’è la necessità e l’urgenza di interventi rafforzativi del Reddito di Cittadinanza che consentano di raggiungere tutte le persone in condizione di povertà assoluta e, in particolare, le più colpite, modificando l’attuale scala di equivalenza che penalizza i minori e le famiglie numerose, e i vigenti requisiti anagrafici che discriminano gli stranieri”.

Anche l’associazione Basic Income Network (Bin Italia) che propone l’introduzione di un ‘vero’ Reddito di base generalizzato e incondizionato, lotta per una riforma del Reddito di Cittadinanza su quattro punti: la quantità di erogazione monetaria, che deve essere pari alla media della Cassa integrazione; l’accessibilità, che deve prescindere dalla condizione di lavoro o non lavoro; l’individualità, cioè che deve riguardare la singola persona e non il nucleo familiare; la temporalità, cioè che deve essere strutturale.

Temi questi di straordinario interesse sociale e politico, che però fanno troppa fatica ad entrare nell’agenda politica umbra, nonostante la crescente povertà assoluta e relativa superiore a tutte le regioni del Centro, come invece auspica l’associazione culturale Umbrialeft.

L’associazione culturale Umbrialeft invita le forze politiche della sinistra in Umbria, i movimenti, l’associazionismo, i comitati, le singole personalità, i sindacati a farsene carico, e ad aprire un confronto per definire una piattaforma unitaria di lotta contro la povertà e le diseguaglianze in Umbria.

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