di Alfonso Gianni.

Tra due giorni, esattamente il 30 maggio, il parlamento ungherese è chiamato a votare su un disegno di legge presentato dal partito conservatore Fidesz del premier che intende limitare le attività delle Ong accusate, per le loro azioni di solidarietà in vari campi, fra cui quello dell'aiuto ai migranti, di essere al soldo di forze straniere. Più precisamente di essere prezzolate dall'onnipresente George Soros. Lo scopo di quest'ultimo sarebbe quello di fomentare i cittadini contro l'indifeso governo del simpatico Orban. Cose da ungheresi, direte voi. Eppure mi ricorda qualche cosa che ho sentito di recente, qui da noi. Un'analogia perfino imbarazzante.

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