PERUGIA - L’idea della Giunta Regionale di ridurre a due le Asl e di fare una sola azienda ospedaliera e di mettere mano alla soppressione di diversi enti intermedi, non può che essere salutata da noi con soddisfazione. Può essere un inizio positivo di una riforma generale del Governo dell’Umbria, di quel cambiamento generale che il nostro partito aveva indicato in 10 punti. Riforma che, però a giudizio di Sel, deve essere condotta in maniera più veloce e incisiva. Rimangono infatti ancora diverse ambiguità che debbono essere chiarite e alcuni dubbi che debbono essere sciolti. Non si capisce se l’accorpamento delle aziende ospedaliere è vero o solo di facciata, per effetto della divisione territoriale delle competenze tra Perugia e Terni.

Non si capisce perché tolti gli Ati, i Consorzi e altri enti le competenze debbano essere assegnate a nuove agenzie sull’Acqua e sui rifiuti. Non si capisce perché, come nel caso delle Comunità Montane, le competenze degli enti soppressi non possano essere gestite in proprio da semplici uffici regionali, com’era in passato. Se questa è la logica, il pericolo è che il futuro assetto preveda non un azzeramento delle strutture inutili, ma una loro sostituzione con una altrettanto inutile batteria di agenzie. Una per materia. E le materie possono anche essere infinite. Infine i tempi annunciati sembrano essere troppo lunghi rispetto alle necessità della crisi e della gravissima situazione economica del paese e della nostra regione.

Per questo riproponiamo il nostro progetto in 10 punti, che prevede tagli drastici ai costi della politica e che abbiamo intitolato “non ci possiamo più permettere”:
1) le Province con la pletora di enti di secondo grado che girano loro intorno (Comunità Montane, Ati, Atc, consorzi, commissioni varie ecc.)
2) i vitalizi per consiglieri regionali e trattamenti di buonuscita per loro, presidenti di province e sindaci,
3) Indennità troppo alte e non in linea coi parametri europei e occidentali
4) Decine di aziende pubblico – private che si occupano di acqua, rifiuti e servizi vari con tanto di Presidenti, C.d.a e tutto il resto.
5) Quattro Asl e due Aziende ospedaliere
6) Le norme sulle presidenze dei Consigli e sugli assessorati esterni che vanno riviste perché, in pratica, raddoppiano le spese di questi organismi, senza apparenti vantaggi operativi
7) Spese di rappresentanza e di funzionamento degli organismi istituzionali e politici sovradimensionate (parlo delle segreterie delle Giunte e dei gruppi, delle consulenze non giustificate da esigenze improrogabili, del moltiplicarsi delle riunioni di Consigli e Commissioni con lo scopo evidente di aumentare il numero dei gettoni e arrivare al massimo consentito dalla legge, macchine blu ecc.)
8) che a dirigenti “pensionati” degli enti vengano dati incarichi esterni con compensi faraonici
9) Apparati pubblici con decine e decine di dirigenti inutili che succhiano risorse importanti alle necessità operative degli enti
10) che ad ex assessori regionali, non eletti, vengano riconosciute ricche pensioni,

fare queste semplici 10 cose libererebbe fondi cospicui per mettere in piedi un “progetto Umbria” di rilancio economico, di sostegno alla sua vocazione ambientale e turistica e al mantenimento di livelli alti di welfare (senza ticket sanitari) soprattutto per le famiglie più bisognose e maggiormente colpite dalla crisi. Progetto che ha un solo obiettivo : dare lavoro e aiutare chi non ce la fa.

Sel Umbria
 

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