Di Ciuenlai - I Candidati alle segreterie del Pd umbro  Bori, Bellini e Camilla Laureti “tirano dritto”. E’ scritto a caratteri cubitali su tutti i media per effetto di un comunicato di risposta al ritiro degli altri concorrenti agli incarichi di partito.  “Il congresso – dicono - serve a dare un’organizzazione funzionale a un progetto e degli obiettivi da perseguire nel futuro. Per troppo tempo (il Pd) è rimasto schiacciato dal peso dei personalismi, degli antagonismi e delle contrapposizioni tra correnti, che lo hanno reso negli ultimi anni un partito immobile, delegittimato e a tratti inservibile”.  

Tutto vero, tutto giusto. Solo che sembra scritto da gente che nel passato viveva sulla luna, che non ha mai fatto parte della vecchia e bistrattata nomenclatura, che stando in un altro pianeta, non ha niente a che vedere con le componenti storiche del Pd umbro. Insomma io non c’ero e se c’ero dormivo. Ma con un occhio solo, perché questa è la classica occasione in cui il coniglio da dell’orecchione al somaro.

Prendiamone uno a caso, Bori. Nel periodo in cui il Pd, nel capoluogo, perdeva il Governo della città e qualcosa come la metà esatta dei voti,lui non stava in seduta ascetica a Monte Malbe, ma partecipava come  “assessorino (Il Consigliere delegato)” prima e come capogruppo poi, alla più grande disfatta della sinistra perugina. Ha svolto due ruoli tutt’altro che secondari, che, per le regole consuetudinarie della cultura politica dei democratici,  non si potevano certo ottenere senza il consenso di qualche potente “capobastone”.

Per il  Ternano Bellini è anche peggio. Dal 1989 ad oggi è stato  Consigliere “dipendente di sinistra” ad Amelia , dove ha fatto il Sindaco per due mandati consecutivi . E’ stato membro delle direzioni provinciale e regionale dei Ds. E’ stato presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl di Terni, membro del Consiglio delle Autonomie locali dell’Umbria e consigliere di amministrazione dell’Ato Umbria 2. Adesso è  assessore Provinciale di Tr. Con un curriculum del genere fare prediche sui mali del correntismo assomiglia molto ad una “crometta”.  Le cronache popolari e le “usanze”del Pd dicono che per fare una carriere del genere “devi conoscere qualcuno”. E, secondo dirigenti di peso e “di pelo” del Pd Ternano lui non sarebbe la classica l’eccezione che conferma la regola.

L’unica dei tre che si  può chiamare fuori (ma non del tutto) è la Laureti, semplicemente perché viene dall’altra sponda essendo stata Assessore nella giunta di Centrodestra di Spoleto, la principale credenziale per la quale è stata scelta come candidata a Sindaco della Città dei Due Mondi per il cosiddetto Centrosinistra, facendo da apripista alla stagione delle sconfitte dei“moderati” in giacca bianca ritinta di rosso (Ogni riferimento a Bianconi e a Fora è puramente casuale).  Quindi cose del genere  si possono certamente scrivere. Ci mancherebbe!  

Ma per avere  un minimo di credibilità dovrebbero essere precedute da  un adeguato mea culpa . Bastava dire “ si c’ero anch’io”, per poter aggiungere “ma adesso sono pentito e, cara mamma, non lo farò mai più”.   Ma chi si appresta ad occupare tutti i posti disponibili senza avere nessuno che gi voterà contro, facendo un oltraggio anche ai Bulgari , che si accontentavano del 97%, non sembra appartenere alla categoria degli innovatori.

Il “pubblico” continua infatti a vederli “come quelli di prima”. Tanto è vero che l’ultimo sondaggio segnala che l’Umbria, nonostante la disastrosa gestione della pandemia e dei principali  Comuni, è, dopo il Veneto, la regione nella quale viene accreditato il maggior distacco tra le coalizioni (centrodestra  + 22%) e nella quale gli avversari del Pd hanno il più alto numero di consensi (57%).  Di più; dentro la minoranza il Ms5 è in ascesa e il Pd in calo. Non è un bel segnale per i tre candidati che attualmente guidano l’opposizione a Tesei e soci. Vuol dire che il loro operato funziona molto dentro il partito ma poco fuori al partito. E iniziare con una operazione nella quale si azzera l’opposizione interna è, a mio modo di vedere, la cosa più sbagliata e il peggior modo di tentare la risalita.  

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