(AVInews) – Gualdo Tadino, 23 lug. – Una mostra che più si svela e più diventa misteriosa. È forse per questo che il Polo Museale di Gualdo Tadino, nella verde Umbria, ha deciso di produrre per il mare magnum del web uno storytelling in tre capitoli, diventato presto virale, che racconta il viaggio, il sogno e il segreto da svelare dell’opera pittorica Caerulea di Dino Valls, icona protagonista dell’esposizione ‘La stanza segreta. Capolavori della figurazione contemporanea dalla collezione Massimo Caggiano’, a cura di Vittorio Sgarbi e Cesare Biasini Selvaggi.

Presso la Chiesa di San Francesco fino al 27 ottobre, quaranta artisti e settanta meravigliose opere dei maestri della figurazione contemporanea internazionale, rendono ancor più sublime questo luogo di arte e di fede. Ma fra tutte, indiscutibilmente, è lei che domina la scena, una moderna enigmatica Monnalisa, una giovane dal volto prepubere, dai tratti androgini, che ci guarda da un fondo oro che colloca chi osserva nell'ambito simbolico e del sacro, nel regno del metafisico e della psicanalisi. Partendo dalle asserzioni di Jung, gli esperti hanno da sempre tentato di dare forma e sostanza all’Inconscio, ma solo grazie alla visione del pittore di Saragozza, questo archetipo assume una fisionomia ben precisa: Caerulea. Lo sguardo profondo e puro dell’occhio azzurro sinistro contrasta con quello che attraversa la sfera di vetro blu, collocata davanti al suo occhio destro, suggerendo il tentativo di risolvere un conflitto psichico interiore, amplificato anche dall'unghia del mignolo, smaltata di rosso.

Per Dino Valls, uno degli artisti più enigmatici e controversi del nostro tempo, questo volto, perfetto in ogni suo nitido dettaglio, inquieto nella sua fissità, reiterato compulsivamente nelle sue opere, è la personificazione dell’Inconscio e custodisce tutti i segreti del celebre artista spagnolo: il magma, il centro del nostro più profondo Essere, l’Io che ribolle dentro, che sussurra, che estranea, che indica la via.

Ma si tratta di una fantasia del pittore o davvero esiste questa strana creatura? E se sì, dove?

La trama s’infittisce e potrebbe diventare una storia noir pronta per il programma televisivo Chi l’ha visto? Se non fosse per un colpo di scena, perché nello storytelling, a cura di Matteo Carassai, tra immagini di opere d’arte e scorci mozzafiato della città di Gualdo Tadino, sembrano proprio averla trovata e, nell’ultimo episodio della narrazione video, si svela in carne ed ossa uscendo letteralmente dal dipinto per prendere vita. Per godere a pieno di questo progetto, si può navigare sul sito www.polomusealegualdotadino.it o cercarlo nelle tante condivisioni della rete. La mostra è promossa dal Polo Museale Città di Gualdo Tadino, con il patrocinio del Comune, il sostegno della Regione Umbria e della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.

Condividi