di Massimo Franchi

Sciopero dei lavoratori pubblici fissato per il 9 dicembre e nota unitaria molto critica. La versione definitiva della legge di bilancio e il teso confronto post-presentazione portano Cgil, Cisl e Uil a un giudizio negativo sull’operato del governo.
I più insoddisfatti sono le categorie pubbliche. «In mancanza delle necessarie risorse per lavorare in sicurezza, per avviare una vasta programmazione occupazionale e di stabilizzazione del precariato e per il finanziamento dei rinnovi contratti nazionali di Sanità, Funzioni locali e Funzioni centrali, le categorie Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa proclamano lo sciopero nazionale di comparto per il giorno 9 dicembre per l’intera giornata o turno di lavoro, con la garanzia dei servizi minimi essenziali previsti», dichiarano i segretari generali delle categorie della funzione pubblica di Cgil, Cisl, Uil, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi, Nicola Turco.
La risposta della ministra della Pa Fabiana Dadone è molto dura: «Sanità, scuola, comuni: proviamo a difendere il Paese in questa guerra non decisa dal governo o da chi combatte ogni giorno. Eppure qualcuno pensa di bloccare l’Italia e mettere a rischio la già fragile tenuta sociale. Ciascuno si assumerà le proprie responsabilità».
Rimane poi lo stato di agitazione proclamato dai sindacati dei medici con la Fp Cgil affiancata dai sindacati autonomi (ma più rappresentativi nella categoria) Snami e Smi che «contestano la manifesta volontà della Conferenza Stato Regioni, attraverso l’atto di indirizzo, nel non investire nella sanità territoriale» e «la mancata, insufficiente e limitata attivazione delle Usca» (le unità territoriali anti Covid, ndr) e «il mancato rinforzo degli organici dei Dipartimenti di assistenza territoriale e dei Sisp (Servizio di igiene e sanità pubblica, che ha la responsabilità sul territorio della pandemia, ndr) in particolare, già sottodimensionati in periodo pre-covid» e, infine, la «sempre più frequente, ingiusta e immotivata denigrazione, sostenuta da organi istituzionali, da parte dei mass media nei confronti dei medici, con conseguente compromissione del rapporto di fiducia tra cittadino e medico». Fp Cgil medici, Snami e Smi «chiedono l’assunzione di medici ed infermieri secondo il fabbisogno e la Stabilizzazione di tutti i medici precari della continuità assistenziale, dell’emergenza urgenza territoriale e medicina dei servizi».
Arriva invece a sera – quasi 24 ore dopo l’incontro con il governo con lo scontro Bombardieri-Conte – la nota unitaria di Cgil, Cisl e Uil. Una nota, lunga, complessa e senza annunci di mobilitazioni. «La legge di bilancio si concentra sul sostegno e la difesa del nostro sistema produttivo e dei servizi e la protezione del lavoro anche recependo i positivi contenuti dell’accordo sulla proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione e rende strutturale la nuova detrazione sul lavoro dipendente – ricnoscono Cgil, Cisl e Uil – dall’altro lato deve essere ulteriormente qualificata e migliorata: è necessario infatti – oltre che intervenire sui temi che l’emergenza pandemica sta determinando – porre la basi della ripresa e della rinascita del paese a partire dagli investimenti pubblici finalizzati allo sviluppo sostenibile».
Le critiche però superano di gran lunga le lodi. Specie sulla riforma fiscale. «Appaiono non sufficienti le risorse previste per una giusta riforma fiscale, in relazione ad un obiettivo di un modello fiscale complessivo, ben rimodulato, quale strumento di equità e di crescita, che riduca la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti e pensionati – attaccano Cgil, Cisl e Uil – . Riteniamo inoltre inaccettabile che ancora una volta manchino in legge di bilancio le risorse e il quadro di riferimento per affrontare il tema della non autosufficienza che ha impatti pesanti nella condizione materiale delle famiglie e delle donne in particolare». E ancora: «Riscontriamo l’assenza di un disegno sistemico per una nuova politica industriale collocata in un quadro che possa rispondere in modo coordinato alle sfide che il paese ha di fronte».
In conclusione, Cgil, Cisl e Uil chiedono «con urgenza di aprire un confronto sulle priorità delle risorse di Next generation EU che riteniamo decisive per la ripartenza e per avviare una pagina e una stagione nuova improntata ad un modello di sviluppo che sappia dare le risposte alle tante disuguaglianze di genere, territoriali e sociali del nostro paese, che sappia cogliere le sfide dell’innovazione e della riconversione ecologica e che determini le condizioni per creare occupazione e benessere».

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