Il capogruppo di Rifondazione comunista – Fds a Palazzo Cesaroni, Damiano Stufara, comunica che aderirà allo sciopero generale europeo proclamato per il prossimo 14 novembre: “la prima mobilitazione su scala continentale da quando è iniziata la crisi economica e che pone l'esigenza, ormai improcrastinabile, di una risposta complessiva alle politiche di austerità promosse dalla Bce e messe in atto a vario titolo da tutti i governi europei”.

 

Per Stufara “la reazione al saccheggio di risorse economiche ed ambientali, di diritti e di civiltà passa necessariamente per il pieno esercizio dell'autonomia delle organizzazioni dei lavoratori nei confronti delle istituzioni nazionali ed europee, che le forze politiche di governo stanno trasformando sempre più in degli organismi subalterni, votati alla mera esecuzione delle volontà della grande finanza. In Umbria lo sciopero si carica di un significato particolare anche in forza delle decisioni prese sul futuro delle acciaierie di Terni che, a dispetto delle soddisfazioni da più parti espresse per l'approvazione dell’acquisizione di Inoxum da parte di Outokumpu, non fanno presagire alcuna garanzia rispetto alle modalità di vendita del polo siderurgico ternano, alle sorti del Tubificio e al mantenimento dei livelli occupazionali; che la questione non sia stata risolta e che la mobilitazione debba essere proseguita non sono solo delle nostre convinzioni, ma rispondono al sentire collettivo dei lavoratori, a cui va il nostro più convinto sostegno”.

 

Damiano Stufara evidenzia che “in questo senso è significativo che la Cgil abbia inteso recepire, seppur tardivamente, la necessità di avanzare la questione della 'vertenza Umbria', da noi proposta in Consiglio regionale lo scorso mese di luglio, con cui si voleva appunto porre l'esigenza di interpretare anche in termini di dissenso e di opposizione il rapporto con l'esecutivo nazionale, specie alla luce di scelte che stanno compromettendo irrimediabilmente il tessuto produttivo locale e l'effettività stessa della nostra democrazia. Porre la questione della vertenza Umbria significa dunque contribuire a porre la questione, più complessiva, della vertenza di tutti i popoli europei rispetto alle politiche della Troika e dei governi neoliberisti, siano essi tecnici, di centro-destra o di centro-sinistra. Le organizzazioni politiche e sociali del nostro Paese – conclude il consigliere regionale - da 'anello mancante' del fronte dei popoli europei vittime dell'austerità, possono e devono diventare le massime espressioni di quella comune istanza di giustizia sociale e democrazia che ispira le mobilitazioni del 14 e che ha già animato la manifestazione del 'No Monti Day'. In Umbria, come nel resto d'Italia e in tutta Europa, l'alternativa fra austerità e diritti è ormai evidente a tutti: riconoscerla è l'unico modo per proseguire il cammino di unione delle lotte anche dopo lo sciopero del 14. Per tutte queste ragioni il 14 parteciperò al corteo di Terni”.

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