Di Ciuenlai - Le sardine sono l'ennesima nuova “chance” per organizzare un movimento reale e duraturo contro la cultura imperante del pensiero unico liberista e per la costruzione di una società votata al bene comune. E' ridicolo quindi dividersi tra favorevoli e contrari. Il problema è un altro, e cioè come non perdere l'occasione e dargli continuità nel tempo.

Perchè le sardine dimostrano quello che già si sapeva da tempo e cioè che c'è un popolo “alternativo” che non si riconosce “nell'imborghesimento piddino”. E qui iniziano le difficoltà. Che non sono solo dell'epoca in cui viviamo, ma, una costante nella storia del movimento operaio e progressista, che ha avuto continuamente a che fare con “lo spontaneismo”. Non c'è grande pensatore “rosso” che non si sia cimentato con questa questione. Ne citerò uno solo Gramsci (ma cose simili potremmo estrarle dal “Che fare “ di Lenin, dalle riflessioni di Rosa Luxemburg e persino da quell'eretico marxista che va sotto il nome di Korsch).

Scrive il grande segretario del Pci nei quaderni “la spontaneità non produce «elementi coscienti» suscettibili di raggiungere la «coscienza di classe» «per sé»” . Gramsci ritiene, addirittura, che le insufficienze dello spontaneismo possono trasformarsi in elementi positivi obbiettivamente favorevoli alla «destra della classe dominante». Ma ammonisce che “Trascurare e peggio disprezzare i movimenti così detti «spontanei», cioè rinunziare a dar loro una direzione consapevole, ad elevarli ad un piano superiore inserendoli nella politica, può avere spesso conseguenze molto serie e gravi “.

Ed è quello che è accaduto in questi ultimi anni nei quali i soggetti politici della ex sinistra non hanno colto gli elementi positivi di questi movimenti che hanno cercato  di sfruttare, con scarsissimo successo, solo a fini elettorali. Fatevi un giro negli ultimi tre decenni e scoprirete la distruzione politica portata dalla resa degli ex sinistri all'ideologia dominante. Che né è delle pantere, del popolo viola, e di quello arancione? E che fine hanno fatto girotondi? Si sono persi nel nulla perchè non c'è stato un soggetto politico adeguato, una capacità politica dei “sedicenti” gruppi dirigenti della sinistra in grado di “elevarli ad un piano superiore inserendoli nella politica”.

Perchè mancava e manca un progetto. E Il risultato, come aveva previsto Gramsci, è Salvini. Con l'adesione totale al liberismo e la sostituzione delle battaglie per i diritti sociali e collettivi con quelle sui ,sacrosanti, diritti individuali , si è determinata la fine di una cosa che , una volta, chiamavamo “Movimento“. Perchè il particolare, l'individuale, ha sostituito il generale e il collettivo. Quello che adesso chiamiamo l'io al posto del noi. Una cosa che racchiudeva tutto e si mobilitava, di volta in volta, sull'argomento del giorno (Pace, Lavoro, Servizi, Divorzio e aborto ecc.). La sua cancellazione da parte delle forze cosiddette e sedicenti “progressiste”, ha dato il via all'esplodere di movimenti spontanei, che inseguono un solo argomento e che si esauriscono con la fine dello stesso.

Il problema, anche stavolta, è questo, con una aggravante non da poco. Non esistono strumenti politici che hanno la capacità di cogliere questi “assist” provenienti dallo spontaneismo della società civile. Esistono, per fortuna organizzazioni sociali, dei lavoratori in grado di sostituire , in questo particolare momento storico, i compiti della politica, in attesa che qualcuno si decida, finalmente, a porre le bas per una ricostruzione seria di un soggetto unitario della sinistra (quella con la S maiuscola). Per questo il solo scendere in piazza è già tanta roba. La raccomandazione però è sempre la stessa da 25 anni. Non buttiamo via, per l'ennesima volta, tutto”questo ben di Dio”.

P.s. - Anche per Lenin il problema più grave da risolvere restava quello del come valorizzare la spontaneità delle masse portandola a un livello di consapevolezza politica, tale per cui l’istintiva protesta fosse indotta a rifiutare una semplice opposizione a qualcosa e qualcuno. “Lo spontaneismo è necessario in una prima fase, ma altrettanto indispensabile è il suo superamento per lo sviluppo di un maturo movimento d cambiamento. In caso contrario, il permanere nello spontaneismo comporta il cedere all’ideologia dominante (oggi il pensiero unico liberista)”. Concetti che, per qualcuno , avrebbe ripreso dell'eretico marxista Korsch. Per Rosa Luxemburg “le singole agitazioni di massa non possano essere decise «a tavolino» ma debbano essere consapevolmente indirizzate dal soggetto

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